24 gennaio 2013 - La guerra continua in Mali. Secondo l'UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), proseguono i bombardamenti aerei e i combattimenti in Mali e la popolazione continua a fuggire nei paesi limitrofi in cerca di un rifugio sicuro. Dallo scorso 11 gennaio, 4.208 rifugiati maliani sono arrivati in Mauritania. Dopo la registrazione nel centro di transito di Fassala, vengono condotti nel campo di Mbera - a distanza di sicurezza dal confine - che già ospita 55.221 persone fuggite in precedenti esodi.
E’ stato prorogato di tre mesi, in Mali, lo stato di emergenza in vigore dal 12 gennaio su tutto il territorio nazionale: il provvedimento, deciso a Bamako durante un consiglio dei ministri straordinario, di fatto vieta manifestazioni, raduni pubblici e riunioni per le strade della città fino al 21 aprile.
L’Osservatorio delle situazioni di sfollamento interno (Idmc), con sede a Ginevra, parla di “spostamenti di migliaia di maliani in fuga continua dalle zone di combattimento, in pieno deserto e in zone ostili, prive di strutture sanitarie e con un accesso sempre più limitato a cibo e acqua”.
Sul versante diplomatico mentre l’Egitto si schiera contro l’intervento francese, l’Unione Europea convoca per il 5 febbraio a Bruxelles una riunione internazionale organizzata con l’Unione Africana (UA), la Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Cedeao) e l’Onu, anche per cercare di reperire i fondi necessari al dispiegamento della Missione internazionale di sostegno al Mali (Misma), che dovrebbe infine coinvolgere 6000 soldati africani.
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