20 giugno 2012 - Tra due ore inizia la Conferenza dei Capi di Stato e di Governo sullo sviluppo sostenibile. Ecco il commento della nostra presidente, Carola Carazzone.
Rio è una fucina di idee, di dibattiti, di iniziative: 8 forum paralleli a quello ufficiale (Humanidade 2012, Forum sull'impresa sociale nella nuova economia, Cities con i sindaci delle 60 megalopoli del pianeta, Forum delle città sostenibili, Forum dei Popoli per la giustizia sociale e ambientale in difesa dei beni comuni, Forum dell'ambiente e eliminazione della povertà, Forum della scienza, tecnologia e innovazione per lo sviluppo sostenibile, Rio clima), ciascuno con decine di conferenze, eventi, mostre e presentazioni.
Al Summit multiplo di Rio+20 stanno partecipando 50mila persone tra delegati governativi, società civile, staff e volontari e la città tirata a lucido pullula di una folla multicolore proveniente dai quattro angoli del pianeta. Splendida la partecipazione dei ragazzi: moltissimi i giovani che hanno partecipato al Youth Forum di Rio+20, dal 12 al 15 giugno, e che ora partecipano ai Forum per portare le loro opinioni e raccomandazioni ai Capi di Stato e di governo.
Fortissima oggi la pressione sui Capi di Stato per il rush di negoziati finali perché recuperino un chiaro riferimento ai diritti umani come fondamento dello sviluppo sostenibile e della green economy. L'Alto Commissario per i diritti umani, Navy Pillay, lo chiederà in plenaria a chiare lettere, identificando 5 criteri fondamentali per un approccio basato sui diritti umani allo sviluppo sostenibile: autentico processo partecipativo, accountability, eguaglianza e non discriminazione, empowerment e stato di diritto.
Alle 2 oggi pomeriggio parte la marcia "in difesa dei beni comuni e contro la mercificazione della vita" che dalla cattedrale delle Candelaira ricorrerà tutto il centro di Rio fino al Parque Flamenco dove si tiene il Summit dei Popoli. Da tanti dibattiti del Summit dei popoli è emersa con forza la contezza di una profonda crisi sistemica – non solo economico-finanziaria, ma anche ambientale, climatica, antropologica – e la rivendicazione di una responsabilità comune e differenziata di protezione dei beni comuni, ieri padre Alex Zanotelli parlava di acqua, aria, energia e terra.
Molte le critiche del Summit dei Popoli sulla ricetta delle economia verde se questa nel testo del documento in negoziazione includerà un'enfasi sulla crescita materiale dell'economia e l'idea di dare un valore di mercato alla natura per i servizi che essa fornisce (depurazione delle acque, assorbimento del carbonio…).
Guardiamo a questo vertice sperando di non vedere ripetersi un percorso avviato con gli importantissimi impegni assunti a Rio nel 1992 (Dichiarazione dei 27 principi fondamentali in materia di sviluppo sostenibile, Piano di Azione "Agenda 21", approvazione e avvio alla firma delle 3 Convenzioni fondamentali in materia di ambiente: la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, la Convenzione sulla protezione della biodiversità e la Convenzione sulla lotta alla desertificazione e alla siccità e la creazione della Commissione ECOSOC sullo sviluppo sostenibile), ma poi impaludati con il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di 10 anni fa (Johanneburg 2002), dove erano stati affievoliti in nome della bandiera di un partenariato pubblico-privato che non vincola le imprese a precisi obblighi di giustizia ambientale e sociale.
Crediamo che oggi un cambiamento sia possibile. Sappiamo anche che è necessario crederci e con coerenza ed efficacia lavorare per costruire IL MONDO CHE VOGLIAMO.Il VIS e le tante ong presenti al Forum lo fanno tutti i giorni e qui a RIO+20, insieme, chiediamo ai governi di adottare politiche altrettanto significative.
Stiamo a vedere.
Un saluto da Rio+20
Carola Carazzone
Presidente del VIS