Due parole da RIO+20: partecipazione e resilienza

18 giugno 2012 - Mentre va a chiudersi la conferenza preparatoria e va avanti il negoziato informale guidato dal governo del Brasile, il VIS continua a seguire attivamente gli incontri della società civile. Ecco il racconto di Carola Carazzone, presidente del VIS, che individua sinteticamente con due parole altrettanti focus di uno degli interessanti incontri seguiti.

Due concetti chiave sono risuonati continuamente nel side event "Ruolo degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nell'agenda post 2015" organizzato da ATD Fourth World nelle giornate preparatorie del Summit di RIO+20: partecipazione degli esclusi e dignità e resilienza.
Si riflette e discute su come sostenere un processo veramente partecipativo. La critica che si muove da più parti guardando al 2015 e agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio è che sono stati concordati "a porte chiuse" senza una partecipazione reale dei cosiddetti "beneficiari, outreach".

E quindi, ancora, la domanda è "Come promuovere un processo realmente partecipativo che faciliti la partecipazione attiva, libera e significativa al processo decisionale da parte dei più poveri nel percorso di Beyond 2015?".

Un segnale di cambiamento parte anche da Rio: con 18.000 rappresentanti della società civile organizzata.

La povertà come violazione di un diritto umano (freedom from poverty) non come un accidente o una causalità e la dignità dei poveri e la loro resilienza, come capacità di partire dalle proprie capacità per costruire da protagonisti un processo di sviluppo umano e sostenibile, dati su come degrado ambientale ha impatto maggiore sui poveri.
Il sogno di una convenzione internazionale sul diritto alla libertà dalla povertà.

Carola Carazzone

Presidente del VIS

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