25 maggio 2012 - All’indomani del rientro in Italia della nostra Presidente Carola Carazzone, ripercorriamo la visita appena conclusa in Angola con il racconto della nostra volontaria Sabrina.
“Tambuokenu. Con questo canto le famiglie di Sacasange, Alto Lwena, Kawango, Kangamba sabato 19 maggio hanno dato il benvenuto alla Presidente del VIS, Carola Carazzone e alla Responsabile dei progetti VIS in Angola, Valery Ivanka Dante, accompagnate dall’aeroporto di Lwena direttamente sull’appezzamento di terreno sede del progetto “Construindo Resiliência: Estratégia familiar global para um caminho participado de redução da vulnerabilidade”.
Il coordinatore del VIS a Lwena, Federico Coan, insieme allo staff locale, ha presentato il progetto avente come obiettivo la promozione di strategie partecipative e personalizzate finalizzate alla riduzione della vulnerabilità di 50 famiglie attraverso attività di allevamento domestico, agricoltura sostenibile, microimpresa e di supporto psico-sociale (tradotto in accompagnamento scolastico, sanitario, alimentare, abitativo).
Dopo aver mostrato con orgoglio il pannello identificativo della propria area di terreno coltivata con l’impegno e il sacrificio di tutti i membri, le famiglie hanno organizzato un pranzo comunitario a base di fagioli, gallina e funji (una sorta di polenta locale) condiviso con semplicità ed autenticità.
Carola Carazzone ha rivolto alle famiglie un messaggio di incoraggiamento e valorizzazione del lavoro svolto, congiuntamente con il Vescovo di Lwena, monsignor Tirso Blanco, partner nel progetto, che in un perfetto kokwe, ha esortato i presenti a perseverare nel lavoro in un’ottica comunitaria e solidale, strategia vincente per la creazione di percorsi di rinforzo della resilienza e del miglioramento globale delle condizioni di vita.
A conclusione di questa giornata, è stata premiata la signora Vinguya, rappresentante simbolicamente la madre di tutta la comunità costituitasi con il progetto che, nonostante i suoi 73 anni, lavora ogni giorno con una tenacia e forza ineguagliabili. Il volto di Vinguya, segnato nel profondo dalla sofferenza di una vita in fuga e dalle atrocità di una guerra le cui macerie ancora pesano sul suo sguardo, è incentivo per tutti noi nel credere che ogni seme piantato con amore, cura e determinazione, nonostante tutto, porterà molto frutto”.