17 maggio 2012 - Il VIS ha seguito con attenzione la presentazione del rapporto “Le crisi umanitarie dimenticate dai media 2011” (Marsilio Editori) pubblicato ieri per l’ottavo anno da Medici Senza Frontiere in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia e con il contributo di importanti rappresentanti del mondo giornalistico e accademico. E' stato analizzato lo spazio dedicato in un anno dalle edizioni serali - prime time dei TG Rai, Mediaset e La7 - alle crisi individuate da MSF. Nel 2011, i telegiornali hanno dedicato circa il 10% del totale dei servizi a contesti di crisi, a conflitti e a emergenze umanitarie e sanitarie, e tra questi spiccano naturalmente le rivolte della Primavera araba (Libia in primis) e il terremoto in Giappone. È proprio tale attenzione a spiegare l’incremento rispetto al 6% del 2009.
Il rapporto per la prima volta monitora come e quanto i TG italiani hanno raccontato l’arrivo in Italia dei migranti in fuga da Libia, Tunisia ed Egitto. Nel 2011, sono state dedicate 1.391 notizie al tema e seppur non si tratti di una crisi dimenticata, preoccupa il modo in cui è stata rappresentata. Dall’analisi degli sbarchi in alcune settimane campione, spicca come il termine emergenza sia il più diffuso per comunicare il contenuto della notizia, mentre le condizioni medico-sanitarie dei migranti non sono quasi mai il focus centrale della narrazione.
In tempi di informazione globale, nel 2011 sono stati solo 5 i servizi dedicati al Congo (RDC), 10 alla Costa d’Avorio, 14 quelli sull’HIV/AIDS, zero quelli sulle malattie tropicali neglette (leishmaniosi viscerale/kala-azar, malattia del sonno, Chagas e ulcera di Buruli) che falcidiano la popolazione dei Paesi in via di sviluppo. Resta in ombra anche il Bahrein con solo 24 notizie. All’emergenza nutrizionale nel Corno d’Africa dedicate 41 notizie e 44 al Sudan. Il totale dello spazio dato a tutte queste crisi insieme resta comunque lontano dalle 413 notizie dedicate invece alle nozze reali di William e Kate. Il matrimonio di Alberto di Monaco si è invece guadagnato “solo” 91 servizi.
Il Congo in realtà è totalmente scomparso, se si considera che le uniche 5 notizie dedicate, si occupano di incidenti aerei e di altri eventi e non delle violenze in corso o dell’AIDS che flagella il paese con un milione di contagiati. L’analisi mostra che di AIDS, in generale, si è parlato soprattutto in relazione ai viaggi del Pontefice e, a differenza di altri anni, nessuno dei TG dedica una notizia alla pandemia in occasione della Giornata Mondiale (1 dicembre). L’AIDS è ormai invisibile. E, altrettanto drammaticamente, si ignora la crisi finanziaria in cui versa il Fondo Globale per la Lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria, che, se non affrontata, avrà effetti devastanti per i pazienti affetti da HIV/AIDS e tubercolosi multiresistente ai farmaci. La “nostra” influenza stagionale è stata invece abbondantemente coperta dai TG con 92 servizi.
Il caso del Bahrein è emblematico: in ben 7 servizi dei 24 totali, si parla del Paese solo in relazione al Gran Premio di Formula 1 e alla sua possibile cancellazione, come conseguenza dell’instabilità politica del paese. Ancora oggi in Bahrein, l’accesso alle cure è un problema, nonostante le riforme, e i pazienti continuano a evitare di rivolgersi agli ospedali pubblici per farsi curare, a causa della discriminazione percepita, delle molestie e dei maltrattamenti. MSF chiede di operare nuovamente in Bahrain dove da marzo non è più autorizzata a entrare.
Ma è la condizione dei rifugiati dal Mali fuggiti in Burkina Faso, Mauritania e Niger la crisi su cui oggi MSF chiede di accendere un riflettore. “Il Burkina Faso è, dopo la Mauritania, il paese con il più alto numero di rifugiati in fuga dal Mali dove fornire assistenza medica è estremamente difficile e i rifugiati continuano ad arrivare di giorno in giorno mentre l’aiuto internazionale è lento e insufficiente. Chiediamo ai media italiani di accendere un riflettore su quest’area del tutto dimenticata, colpita pesantemente dalla siccità e dall’insicurezza alimentare”, aggiunge Kostas Moschochoritis.