El Obeid e i Giovani del Darfur: la nuova sfida del VIS in Sudan in diretta

Khartoum, 17 dicembre 2011 - Mentre arrivava la bella notizia della liberazione di Francesco Azzarà, i tre volontari VIS accoglievano Ivanka, nostra desk Sudan, giunta da Roma per una missione nel paese. Ecco il suo racconto.

“Don Bosco? Very Good school, for Christians and Muslims! No problem, together!”

E’ cosi che veniamo accolti ad El Obeid, nel Nord Kordofan, da un passante che si avvicina a noi 3 kawaja (bianchi) un po’ stravolti, appena scesi dal bus proveniente da Khartoum, la capitale del Sudan.
Partenza all’alba con compagni di viaggio avvolti in turbanti e vesti bianche candide fino a terra (ma come fanno?!), telefoni cellulari che squillano in continuazione con un volume altissimo (dormire è impossibile!), alla TV del bus un film horror (che ovviamente non riusciamo a guardare.. ), una sola fermata all’ “Autogrill” in otto ore di bus, tanto deserto.. ed eccoci finalmente arrivati ad El Obeid.
Siamo in tre: Cristiano, due anni di onorato servizio per il VIS- Volontariato Internazionale per lo Sviluppo in Sudan, Carlotta, la nuova volontaria del VIS che lo sostituirà, ed io, con un piede in missione ed uno nella sede del VIS a Roma.

Siamo ad El Obeid per visitare la missione dei Salesiani di Don Bosco, avviata circa 10 anni fa. Ammiriamo soddisfatti il Centro di Formazione Professionale che hanno costruito per i giovani che dopo 3 anni di studi diventeranno i meccanici, saldatori, falegnami, elettricisti, idraulici e muratori che costruiranno il proprio futuro e – ci auguriamo! - quello del paese. Ma ciò che ci porta ad El Obeid è soprattutto il “Programma Speciale per i Darfur Boys”, tanto a cuore dei Salesiani e che nel giro di pochi giorni conquisterà definitivamente anche noi. Già nel 2007 il VIS, attraverso dei fondi in loco, aveva permesso la costruzione di un dormitorio per i ragazzi del Darfur nel centro dei Salesiani ad El Obeid, ma adesso…

“..Vengono da 14 campi profughi situati in Darfur, nelle vicinanze di El Fasher, Geneina e Njala. Alcuni anche dai Monti Nuba. Per loro abbiamo attivato un programma speciale, della durata di 9 mesi. Ogni anno possiamo accogliere circa 400 ragazzi orfani, disagiati, i più poveri dei campi profughi. Alcuni di loro (quelli non selezionati dai capi villaggio e dal responsabile del programma) si nascondono nel treno che in 7 giorni li porta qui, nella speranza di essere inseriti nei corsi speciali per loro e di imparare un mestiere.. e ovviamente li accogliamo!” ci spiega l’altissimo Wagdih, il responsabile del programma. “Alcuni sono cristiani e altri musulmani. Studiano insieme, crescono insieme, non ci sono problemi tra loro. La scuola è per tutti. Qui imparano la tolleranza..” ci conferma quindi ciò che il nostro amico della stazione del bus ci aveva detto con un gran sorriso ed occhi riconoscenti.

Poi, a malincuore, Wagdih, aggiunge “.. quest’anno non abbiamo potuto attivare il corso speciale Darfur Boys. Negli ultimi mesi in molti sono tornati in Sud Sudan da dove provenivano: dobbiamo quindi formare nuovi insegnanti, acquistare materiali, pagare e formare gli educatori che li seguono dopo gli studi. Sono giovani molto problematici, non siamo in grado di fare tutto, e poi abbiamo bisogno di fondi, di aiuto, di migliorare il servizio che offriamo loro e sfruttare al massimo il loro tempo di permanenza qui..”.

Prendiamo appunti, domandiamo di tutto, a volte sembriamo un po’ “fuori dal mondo” (meglio chiedere due volte, cercare di capire bene, il rischio di traduzione errata è altissimo), incontriamo gli insegnanti del Centro di Formazione Professionale, il Direttore del centro, i Salesiani, parliamo con i ragazzi che frequentano il Centro, e scriviamo.. alla fine il risultato è sempre lo stesso.
E’ chiaro che se siamo qui c’è un perché. C’è bisogno di promuovere lo Sviluppo, di Educare e di Formare alla Vita ed al Lavoro i giovani più poveri ... c’è bisogno del VIS!
Ne siamo sempre più consapevoli e, in fondo, orgogliosi.

Spieghiamo ai Salesiani e a Wagdih che non sarà facile riattivare il programma, ma nel nostro cuore lo sappiamo: faremo del nostro meglio per rilanciare il programma per i giovani del Darfur!

Dopo 3 intensi giorni, il bus riparte.
Ci voltiamo indietro, ripensiamo a Wagdih, ai salesiani, alle difficoltà che sappiamo incontreremo dietro l’angolo. Il cuore si stringe, un senso di negatività ci tenta dentro, ci assale, prova a soffocarci.. ma non è permesso farlo annidare nei nostri cuori, mai!

Sono 25 anni che il VIS affronta sfide, penso.
Piccole, grandi, di breve durata o prolungata, ideologiche, culturali, umane e finanziarie. Mi domando “Analogamente ai giovani del Darfur, quanti giovani di diverse etnie, religioni, colori e storie abbiamo nel cuore?”

Valery Ivanka Dante

VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo