Pubblicata la nuova edizione dell'Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo

21 novembre 2011 - Pensata come un vero e proprio atlante,  la seconda edizione de "L'Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo"  rappresenta un annuario aggiornato dei conflitti in atto sul Pianeta per avere un’informazione completa e approfondita. L’intento è quello di spiegare le ragioni di tutte le guerre in corso, far capire perché si combatte e chi sono gli attori. L’annuario ideato da Raffaele Crocco, giornalista Rai, e realizzato in collaborazione  con l’Associazione  Culturale 46° Parallelo, composta da numerosi corrispondenti di guerra e professionisti dell’informazione, e il premio Ilaria Alpi.

248 pagine a colori, 35 schede sui conflitti e uno speciale di 24 pagine sulle rivolte in Medio Oriente e Nord Africa. Non solo, schede sui profughi, rifugiati, un’analisi sulla “Guerra della terra” che si combatte in Africa per le risorse e un focus sulla carestia in Somalia.

Il volume, che uscirà a dicembre, è stato presentato lo scorso venerdi 17 novembre a Roma nella sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI). “Tra le novità di quest’anno c’è la scheda sulla Libia aggiornata fino alla morte di Gheddafi. E il miniatlante nell’atlante per raccontare dal nostro punto di vista la ‘svolta islam’, che preferiamo chiamare così piuttosto che ‘primavera araba’ perché se è stata davvero una primavera è ancora da capire.- spiega Crocco – Le schede dei conflitti sono purtroppo aumentate passando da 216 a 248. Abbiamo inserito anche la situazione in Sud Sudan”. Crocco ha ricordato che la realizzazione del volume si avvale della collaborazione gratuita di fotografi e giornalisti professionisti.

Quest’anno al volume è abbinata la campagna “1 euro per la Somalia”, realizzata in collaborazione con l’Unhcr: per ogni copia venduta un euro sarà devoluto alle operazioni di emergenza dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati nel Corno D’Africa. “Quando si è trattato di scegliere a quale emergenza destinare questi fondi non abbiamo esitato- afferma Laura Boldrini, portavoce dell’Unhcr – Dalla Somalia sono fuggite quasi un milione di persone. Vivono nei paesi confinanti, in quella che è una mobilitazione da Sud a Sud. In Italia dall’Africa sono arrivate 60mila persone, 28mila dalla Tunisia e 28mila dalla Libia e si è parlato di tzunami. È solo allarmismo, il vero tzunami si verifica nel Sud del mondo. Per capire cosa sta succedendo bisogna allargare lo sguardo- aggiunge- il timore è che l’opinione pubblica perda di vista importanti cambiamenti sotto la spinta dell’allarmismo”. Secondo Boldrini, questo atlante è uno “strumento socialmente utile che dà informazioni che raramente si trovano sui media nazionali, dove l’attenzione su questi temi è intermittente”, e dovrebbe essere utilizzato anche nelle scuole, in cui ormai sono diversi gli alunni che provengono da altri paesi, molti dei quali stanno vivendo importanti conflitti nazionali.

Anche secondo Roberto Natale, presidente dell’Fnsi, si tratta di uno strumento di formazione, utile soprattutto ai giornalisti. “Questi temi toccano da vicino la nostra professionalità- afferma- speriamo sia finita la fase, non solo politica, dell’imprenditoria della paura. La responsabilità è anche nostra che di certi slogan ci siamo fatti ripetitori. E sono contento che dell’immigrazione non si occupi più il ministro dell’Interno ma, a quanto sembra, il ministro della Cooperazione e integrazione. Ma c’è bisogno di professionalità perché anche al professor Riccardi siano poste le domande giuste, come spesso non è stato fatto con Maroni”. Andrea Bucciarelli, fotoreporter freelance, che ha partecipato al progetto donando anche la foto per la copertina, ha ricordato come in Italia sia difficile per un professionista lavorare su questi temi.

“Queste pagine ci pongono davanti a teatri di atrocità dove ci sono persone che stanno chiedendo aiuto- aggiunge Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace – Lunedì prossimo lanceremo un appello che ci è arrivato da padre Kizito, perché un aereo del regime di Kharthoum è entrato nello spazio aereo del Sud Sudan e ha bombardato un campo in cui erano rifugiati bambini, donne e anziani. C’è un clima di terrore. L’appello è ai media e alle organizzazioni internazionali perché vadano a vedere di persona cosa sta succedendo”. Secondo Lotti l’Atlante sui conflitti svolge un “ruolo di servizio pubblico e supplisce a quello che dovremmo riprenderci, cioè la Rai”.

Fonte: www.redattoresociale.it e www.terranuovalibri.it