2 novembre 2011 - In occasione della giornata mondiale della salute mentale il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha ribadito che non esiste salute senza salute mentale. I disturbi mentali sono tra le principali cause di malattie e di morte prematura; e sono responsabili globalmente del 13 % delle malattie. Oggi vi raccontiamo l’esperienza di un ospedale della Repubblica Democratica del Congo.
Le malattie mentali possono essere curate efficacemente. Abbiamo le conoscenze per farlo. Esistono misure realizzabili, accessibili ed economiche per prevenire i disturbi mentali, e sono già state implementate, per esempio attraverso il Mental Health Gap Action Programme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Comunque, per agire con decisione, abbiamo bisogno di una leadership forte, di migliori collaborazioni e dell’impegno a fornire nuove risorse. Prediamoci oggi l’impegno ad investire nella sanità mentale, il ritorno che ne avremo sarà considerevole.
Nella Repubblica Democratica del Congo, dove lo stupro e la violenza sui minori sono armi di guerra, i servizi psichiatrici di sostegno alle vittime dei traumi causati dal conflitto sono carenti e del tutto insufficienti a coprire il bisogno. Spesso i servizi di supporto psicologico sono collegati a progetti d’emergenza di durata determinata e pertanto vengono chiusi al termine del finanziamento.
Nel Nord e nel Sud Kivu l’unica struttura per i malati psichiatrici si trova a Goma ed è gestita dai Frati della Carità. L’Ospedale “Tulizo Letu” riceve mensilmente oltre 200 pazienti per cure day hospital e più di 50 vengono quotidianamente ricoverati. Tra i pazienti più vulnerabili della struttura ci sono diversi beneficiari del Centro dei Giovani Don Bosco di Goma che accoglie quotidianamente più di 3.000 bambini/e, ragazzi/e e giovani donne in condizioni di indigenza, provenienti dalle fasce più fragili della società (ex bambini soldato, minori abbandonati, orfani, malnutriti, malati cronici, ragazzi di strada, ragazze madri e vittime di violenza sessuale…). Numerosissime le vittime di traumi fisici e psicologici che vengono inviati dal Don Bosco alla struttura affinché possano ricevere le cure specialistiche necessarie. Anche diversi piccoli ospiti dell’orfanatrofio Don Bosco, disabili mentali ed epilettici, vengono settimanalmente portati all’ospedale “Tulizo Letu” per rafforzare le loro capacità psicofisiche e migliorare la loro qualità di vita.
Proprio in vista della qualità della struttura “Tulizo Letu” e degli immensi sforzi che il personale compie ogni giorno per curare la gente più vulnerabile, il VIS ha deciso di eseguire il progetto di riabilitazione della parte femminile dell’ospedale affidatogli dal Programma di Emergenza della Cooperazione Italiana in Repubblica Democratica del Congo. Il progetto ha una duplice valenza ed impatto: migliorare la struttura dell’ospedale e migliorare la qualità della vita degli utenti, compresi i minori che provengono dal Don Bosco, nell’ottica che soprattutto i più vulnerabili ed emarginati dalla società hanno diritto ad una vita piena e dignitosa.
Chiara Lombardi
Volontaria VIS Repubblica Democratica del Congo