24 gennaio 2011 - Resta ancora alta la tensione a Tirana, la capitale albanese, dove lo scorso venerdì durante una manifestazione di protesta dell'opposizione contro il governo sono state uccise tre persone e si sono verificati gravi incidenti.
L'Albania vive una forte crisi politica da oltre un anno, quando l'opposizione socialista guidata dal sindaco di Tirana Edi Rama non ha voluto riconoscere i risultati elettorali che premiavano il Governo di Sali Berisha.
Il caos politico, aggravato anche dalla crisi economica che sta colpendo il Paese delle aquile, è degenerata nei giorni scorsi con le dimissioni del vice-premier Ilir Meta, provocate dalla diffusione di un video dal quale si evincevano gravi atti di corruzione di esponenti del governo nella concessione di appalti.
La dinamica degli incidenti in cui hanno perso la vita i manifestanti è ancora oggi estremamente confusa ed è caratterizzata dallo scambio di accuse tra le due parti politiche. Entrambe non intendo retrocedere dalle posizioni di fermezza e radicalismo con cui stanno affrontando l'attuale crisi e per questo, nel pensiero di molti osservatori, torna lo spettro della recrudescenza degli eventi e delle proteste che fecero precipitare il Paese nella guerra civile del 1997. Appelli a Tirana sono stati fatti congiuntamente dall'Ambasciata degli Stati Uniti, dall'OSCE e dalla UE: si rammaricano "con forza" per la perdita di vite umane e sottolineano nel contempo il diritto dei cittadini a manifestare. Dall'evoluzione degli eventi dipende anche il futuro del processo di associazione e integrazione dell'Albania nell'Unione Europea.
Il VIS opera dal 1993 in Albania quando, con la caduta del regime totalitario comunista, emerse agli occhi dell'opinione pubblica internazionale lo stato disastroso di un Paese che per mezzo secolo aveva man mano chiuso ogni contatto con l'esterno, poverissimo e con una popolazione alla fame che cercava di fuggire in Italia e negli altri paesi europei. Insieme ai Salesiani, il VIS ha realizzato importanti interventi nell'area di Tirana e a Scutari, nei settori della formazione professionale, dell'educazione e della promozione e tutela dei gruppi più vulnerabili. Attualmente la Ong opera con 4 propri operatori, impegnati a Tirana in un progetto educativo e nel nord, ai confini con il Montenegro, in un vasto programma di sviluppo rurale.
Presentiamo alcune foto che testimoniano i momenti drammatici vissuti venerdì scorso, scattate da uno dei nostri volontari presente come osservatore alla manifestazione.