29 dicembre 2010 - Riunirsi intorno ad un tavolo per trovare una mediazione sulla riforma del servizio civile e portare il dibattito in Parlamento, perché una legge venga votata presto e si trovi nuova linfa.
È l'appello della Cnesc (Conferenza nazionale degli enti di servizio civile) che con lo slogan "Basta schiaffi ai giovani, diamo un futuro al servizio civile nazionale" sul quale si sono trovati d'accordo tutti firmatari di una proposte di legge sul servizio civile nazionale quando hanno consegnato 23.000 firme al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un giorno che non è stato scelto a caso, essendo l'anniversario dell'approvazione della prima legge sul servizio civile nel lontano 1972.
L'iniziativa è stata un'occasione per accendere i riflettori sul rischio, tutt'altro che lontano, che si cancelli una storia trentennale. La Cnesc chiede "un intervento urgente ed autorevole per impedire che si possa togliere ai giovani un'occasione straordinaria di crescere nella loro responsabilità civica e di disporre di una palestra di cittadinanza attiva, oltre che di svolgere un servizio al Paese ancor più necessario nell'attuale crisi economica".
Il XII Rapporto sul servizio civile in Italia redatto, per la Cnesc, dall'Irs (Istituto per la ricerca sociale) non lascia dubbi: "negli ultimi quattro anni il numero dei progetti del servizio civile approvati e finanziati dall'Ufficio nazionale per il servizio civile rispetto al totale di quelli presentati dagli enti della Cnesc è sceso costantemente, anche se una volta avviati la quasi totalità di questi viene portata a termine". Con i pochi fondi rimasti si prevede, infatti, che nel prossimo anno solamente un giovane su quattro tra coloro che fanno richiesta potrà essere avviato al servizio.
Così proprio nel momento in cui Paese avrebbe maggior bisogno di volontariato anche a causa dei tagli alla spesa sociale, si azzerano i fondi ad esso destinati con la giustificazione che mancano le risorse. Risorse, al contrario, trovate per la cosiddetta "mini naja", o per finanziare i nuovi cacciabombardieri F35 che costano al nostro bilancio pubblico la bellezza di 14 miliardi di Euro.
Nonostante le ventitremila firme e le molte voci a favore del servizio civile per il momento il Governo non sembra tornare sui suoi passi. Ma al Cnesc continuano a pensarla come il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano: "Il Servizio civile italiano è una delle realtà più ammirate a livello internazionale", e la scelta della legge 772, che per prima lo istituì il 15 dicembre del 1972, insieme ai "significativi risultati ottenuti" con la "maturazione e la crescita attiva" di migliaia di giovani, devono "tradursi in scelte organizzative che garantiscano, pur nel generalizzato contenimento delle risorse, una risposta efficace alle numerose emergenze che l'intera comunità nazionale è chiamata a affrontare".
Fonte: Unimondo