Privatizzazione dell'acqua: appello di Padre Zanotelli per il referendum

14 settembre 2010 - "La cittadinanza attiva italiana ha ottenuto una straordinaria vittoria, raccogliendo un milione e 400.000 firme per chiedere un referendum contro la privatizzazione dell'acqua(Legge Ronchi,19 novembre 2009), grazie a una straordinaria convergenza di forze sociali che vanno da associazioni laiche come Arci o Mani Tese o cattoliche come Agesci o Acli a sindacati come Cgil o Fiom, movimenti come No-tav o No- Dal Molin e reti come Lilliput o Assobotteghe": lo scrive padre Alex Zanotelli in un articolo intitolato "Referendum acqua, la vita vince!" sottolineando che "in nessun referendum si era mai visto un tale schieramento di forze sociali così trasversali , che hanno trovato poi la capacità di organizzarsi a livello locale, provinciale, regionale. E' stata l'acqua, fonte della vita, che ha porttato all' unità la cittadinanza attiva". Il testo del missionario continua: " Tutto questo è avvenuto senza l'appoggio dei partiti, senza soldi e senza la grande stampa. I partiti al governo ci hanno attaccato pesantemente (le dure dichiarazioni di Ronchi e Tremonti), mentre i partiti dell'opposizione presenti in Parlamento (PD e IDV) ci hanno remato contro. Il Comitato Referendario ha sfidato il popolo italiano con delle scelte ben precise. In piena vittoria del mercato e della finanza, i 3 quesiti referendari chiedevano che , primo, l'acqua venisse dichiarata un bene di non rilevanza economica; secondo, l'acqua venisse tolta dal mercato; terzo, che non si facesse profitto sull'acqua. E' il massimo che si può chiedere a un popolo in pieno neo-liberismo".

Padre Zanotelli ricorda che intorno ai banchetti della raccolta firme si è svolta "la battaglia antropologica tra la persona, dotata di diritti e doveri, e l'homo economicus, furbo, speculatore irresponsabile e pronto a tutto, pur di arricchirsi", come ha scritto il costituzionalista Ugo Mattei. "Ha vinto la persona, ha vinto il diritto umano. Ed è la prima grande vittoria per il bene comune (insieme all'aria) più prezioso che abbiamo. A Roma abbiamo festeggiato questa vittoria a Piazza Navona il 19 luglio, portando poi gli scatoloni contenenti le firme alla Corte di Cassazione. Che festa! Ma ora si apre la campagna referendaria vera e propria!" Il 4 Settembre i referenti regionali del ‘Forum italiano dei movimenti per l'acqua pubblica'' si sono ritrovati a Roma per valutare come procedere e sopratutto per preparare l'incontro nazionale di tutto il movimento in difesa dell'acqua pubblica, che si terrà a Firenze (18-19 settembre). La Corte Costituzionale entro il 15 ottobre dovrà esprimersi sulla validità delle firme raccolte, dare i quesiti referendari, e fissare la data del referendum dal 15 aprile al 15 giugno 2011. "E' un appuntamento fondamentale questo - sottolinea padre Zanotelli - per cui dobbiamo organizzarci così bene da portare almeno 25 milioni di italiani a votare (è il quorum necessario per la validità del referendum). Mi appello a tutti perché ogni cittadino italiano e ogni cristiano si impegni per salvare 'sorella acqua'. In questo cammino referendario, abbiamo avuto l'impegno serio di tante associazioni cristiane, di parrocchie e anche di diocesi (la diocesi di Termoli per esempio), ma ci è mancata la voce dei vescovi, sopratutto della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). Dopo le parole così chiare del Papa sull'acqua nella sua enciclica sociale, mi aspetto che i vescovi facciano altrettanto , perché questo è un problema etico, morale, vitale per il nostro paese e per l'umanità. Se perdiamo il referendum sull'acqua, abbiamo perso tutto. Per questo chiediamo a tutti di impegnarsi a tutti i livelli. A livello personale chiediamo uno sforzo per informarsi e informare sull'acqua tramite internet (www.acquabenecomune.org), tramite cd o dvd (come Per amore dell'acqua), libri, opuscoli per potere poi coscientizzare la gente con incontri pubblici, dibattiti, conferenze e serate sul tema. Solo così potremo portare 25 milioni di italiani a votare. La grande stampa e i media non ci aiuteranno! A livello comunale, chiediamo a tutti di fare pressione sui propri consigli comunali perchè votino a maggioranza che l'acqua è un bene di non-rilevanza economica, modificando poi lo statuto comunale per inserirvi quella decisione. Questo potrebbe diventare un altro referendum popolare. Perché, per esempio, per la Giornata dell'acqua (22 marzo 2011), non potremo invitare quei Comuni che hanno così votato ad esporre un simbolo e a contarsi? Potrebbe essere questo il referendum dei Comuni".

L'appello del missionario continua: "Ma c'è di più! Dobbiamo far passare la notizia che la legge Ronchi non proibisce il totalmente pubblico. E quello che la legge non proibisce , facciamolo! Dobbiamo gridare dai tetti che i Comuni, le Province, le Regioni e le Comunità di valle che vogliono gestire la loro acqua come Azienda Speciale o Ente di Diritto Pubblico, lo possono fare. E' questo il contributo della cittadinanza attiva di Napoli alla lotta contro la privatizzazione dell'acqua. E' stato l'avvocato M. Montalto, sostenuto dall'Ordine degli avvocati dell'Ambiente di Napoli, e il costituzionalista A.Lucarelli della Federico II di Napoli, a dimostrare che questo si può fare. E' questa la sfida in atto in Puglia per trasformare l'Acquedotto Pugliese da Spa a Ente di diritto pubblico. E' la sfida in atto nel Comune di Napoli di far passare l'Arin da Spa a Azienda Speciale. Speriamo che questo avvenga presto e Napoli diventi la "capitale dell'acqua pubblica", anticipando il risultato del referendum. Ci conforta in questo la decisione dell'assemblea Generale dell'ONU, che ha approvato lo scorso Luglio la risoluzione che "dichiara il diritto all'acqua potabile e sicura e ai servizi igienici ,un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani" . ‘Questa risoluzione è un fatto storico importante- ha detto R.Petrella - un significativo passo in avanti sul cammino dell'accesso all'acqua potabile per tutti'. Questo nostro impegno per l'acqua pubblica, ha infatti una portata mondiale, sopratutto per i più poveri. Sull'acqua ci giochiamo tutto sia per noi, sia per i poveri. Se perdiamo l'acqua, abbiamo perso tutto. Dobbiamo vincere! Se ce l'hanno fatta l'Uruguay, la Bolivia, l'Ecuador, Parigi, ce la possiamo fare anche noi. Diamoci da fare : si tratta di vita o di morte per noi, per i poveri, per il pianeta".

[Fonte: MISNA on-line]