“Sfide della crescita, dell’occupazione e della coesione sociale” nella Conferenza di Oslo

 09 settembre 2010 - FMI e ILO presentano un documento di riferimento su “Le sfide della crescita, dell'occupazione e della coesione sociale” per la Conferenza di Oslo del 13 settembre

Il Fondo Monetario Internazionale e l'Organizzazione Internazionale del Lavoro hanno espresso un duro giudizio sul panorama occupazionale all'indomani della crisi finanziaria mondiale, segnalando come i Paesi stiano incontrando grandi difficoltà nel creare sufficienti posti di lavoro di qualità a sostegno della crescita e dello sviluppo.

Questa valutazione è contenuta nel documento di riferimento pubblicato in vista della Conferenza di alto livello organizzata congiuntamente da FMI e ILO e che si terrà il 13 settembre a Oslo, sotto l'egida del Primo Ministro Norvegese Jens Stoltenberg, con l'obiettivo di individuare nuove strategie per costruire una ripresa economica sostenibile e “ricca di occupazione”. La Conferenza su “Le sfide della crescita, dell'occupazione e della coesione sociale” durerà un giorno e riunirà importanti esponenti del mondo politico, sindacale e imprenditoriale insieme a eminenti personalità del mondo accademico

“La Grande Recessione ha avuto delle conseguenze catastrofiche in termini di disoccupazione”, ha affermato il Direttore generale dell’FMI Strauss-Kahn“e questa devastazione minaccia i livelli di sussistenza, la sicurezza e la dignità di milioni di persone nel mondo. La comunità internazionale deve mobilitarsi per cogliere questa sfida. É giunto il momento di dare il via a un'azione collettiva.”

A due anni dall'inizio della crisi economica globale, la disoccupazione si mantiene a livelli record in molti paesi e le cifre non sembrano destinate a dover diminuire prossimamente (secondo i dati dell'ILO nel mondo vi sono 30 milioni di disoccupati in più rispetto al 2007). Mentre i leader mondiali stanno cercando le risposte politiche di breve e lungo periodo più appropriate, il FMI e l'ILO si sono unite per stimolare il dibattito sulla cooperazione internazionale e sulle misure innovative in grado di accrescere la capacità dei paesi di generare sufficienti posti di lavoro di qualità e rafforzare la coesione sociale.

“Il nostro obiettivo alla Conferenza di Oslo è migliorare l'integrazione fra le politiche occupazionali e sociali e le strategie macroeconomiche nazionali e internazionali,” precisa il documento, e “focalizzare la riflessione e l'azione sul come garantire che le politiche rispondano alle priorità delle persone, ovvero la necessità di maggiori e migliori posti di lavoro”. Una maggiore coerenza fra le politiche realizzate “giocherà un ruolo importante nella definizione della maniera migliore per costruire una globalizzazione più giusta”.

L'ILO precisa che le pressioni imposte dalla globalizzazione hanno aumentato la vulnerabilità dei lavoratori attraverso una maggiore intensità del lavoro, il passaggio verso forme contrattuali più flessibili, la diminuzione della protezione sociale e la perdita di potere contrattuale e di rappresentanza. Aggiunge, inoltre, che “è fondamentale migliorare la qualità dell'occupazione, creando impieghi più produttivi che garantiscono una retribuzione maggiore, per combattere la povertà e promuovere lo sviluppo”.

“La solidità e la qualità delle istituzioni del mercato del lavoro può dare un contributo essenziale agli sforzi internazionali per costruire una crescita e uno sviluppo sostenibile”, afferma il documento della Conferenza. “Nonostante le istituzioni di ciascun paese  abbiano una storia e delle caratteristiche specifiche, i governi affrontano delle sfide comuni nel delineare politiche che creino opportunità di lavoro dignitoso per tutti. Sta prendendo vita un consenso a favore della coordinazione degli sforzi intrapresi per dare priorità alla crescita dell'occupazione, perché la presenza di una crescita forte e solida dell'occupazione e dei redditi delle famiglie in numerosi paesi nello stesso momento sosterrà la domanda globale, favorendo la creazione di ancora più posti di lavoro”.
Fonte: comunicato stampa ILO