Rifugiati palestinesi: un anno di discriminazioni e espulsioni nei paesi ospitanti

26 luglio 2010 - Continuano da un anno le espulsioni e le deportazioni di centinaia di cittadini libanesi e palestinesi originari di Gaza, costretti a lasciare gli Emirati Arabi Uniti , dove, nella maggior parte dei casi, risiedono da anni e addirittura decenni.
Ed ancora oggi il Governo degli Emirati non ha fornito una giustificazione adeguata per queste deportazioni né ha permesso ai diretti interessati di presentare ricorso, nonostante le tante proteste di associazioni e diretti interessati

Tali espulsioni, violerebbero gli accordi internazioni ratificati dagli Emirati Arabi Uniti, in base ai quali le persone dovrebbero essere informate sulle ragioni di eventuali decisioni di espulsione e deportazione ed avere la possibilità di presentare ricorso presso l'autorità competente (in base al principio di non discriminazione sulla base dell'appartenenza etnica o nazionale).
E violerebbero anche la Carta Araba dei Diritti Umani, secondo il quale "Nessuno Stato Parte può espellere una persona che non ha la nazionalità dello Stato ma che si trova legalmente sul suo territorio, salvo in esecuzione di una decisione presa in conformità con la legge e dopo che la persona sia stata autorizzata a ricorrere contro tale provvedimento ad un'autorità competente, a meno che non sussistano ragioni imprescindibili di sicurezza nazionale che lo impediscono.
Le espulsioni collettive sono proibite in ogni circostanza".
I dati dell'ONU parlano di 4,6 milioni i rifugiati palestinesi in tutto il mondo ma che si trovano soprattutto in Giordania, Libano, Siria e nei Territori Palestinesi, vivendo in situazioni precarie, ospitati all'interno di Paesi, dove non sempre godono degli stessi diritti dei cittadini degli Stati in questione.