Da quanto riferito dalla testimonianza di Padre Mario, il missionario che per anni ha lavorato a contatto con i rifugiati di Goma in Congo e che attualmente è stato richiamato ad Haiti per supportare le attività nel campo che si è spontaneamente formato attorno alla struttura salesiana di Thorland, si apprende che la situazione è ancora grave e rischia di peggiorare nuovamente.
Molte delle organizzazioni umanitarie accorse in una prima fase di emergenza stanno, infatti, lasciando il campo o stanno portando a termine i loro interventi. Data la grandezza del campo, che accoglie circa 12.000 sfollati considerando sia le aree gestite dai salesiani che quelle gestite dalla suore, il venir meno in primo luogo degli aiuti alimentari, sta mettendo a rischio il regolare approvvigionamento delle persone e rischia di pregiudicare non solo la stabilità del campo ma anche la sua situazione igienico sanitaria. Il VIS, dopo una prima fase di emergenza, sta continuando a sostenere gli sfollati del campo di Thorland implementando le attività e i progetti avviati e grazie alle offerte raccolte sta tentando di incrementare la sua capacità di aiuto aumentando i rifornimenti alimentari al fine di colmare il gap che si sta verificando nel campo.
In una simile situazione, il VIS ritiene ancora più urgente e importante mantenere accesa la speranza e apportare costantemente un aiuto concreto anche in questo momento in cui l'attenzione generale appare diminuita. I bisogni nel campo di Thorland rimangono ingenti e l'imminente stagione dei cicloni e delle piogge è un ulteriore allarme a cui bisogna prestare attenzione.
Il VIS continuerà pertanto a sostenere la popolazione sfollata presente nei campi attraverso le sue risorse e il coordinamento e il coinvolgimento di tutte le forze presenti nell'area.