Quando Jorge Sampaio, Alto rappresentante dell'organismo Onu "Alleanza delle civilità", invita a non cadere nella trappola degli stereotipi tipici dei dibattiti sulle religioni in Europa, sa bene di scoperchiare un pozzo molto profondo e buio che, sottolinea subito dopo, ha una sola vera soluzione: il dialogo interculturale e interreligioso.
"E' questo - ha detto a Cordoba, in Spagna, dove ieri si è conclusa una conferenza interministeriale sul tema della libertà religiosa promossa dall'Alleanza - l'elemento cruciale. Il dialogo interculturale è lo strumento in grado di trasformare la diversità culturale in un vantaggio. C'è una lunga strada da percorrere - ha avvertito - ma, mi spiace, credo sia anche l'unica". Fra tre settimane, le conclusioni della Conferenza saranno oggetto di dibattito al "Foro de la Alianza de civilizaciones" in programma in Brasile, a Rio de Janeiro. Secondo Sampaio così come secondo la maggioranza dei 150 tra esperti, politici e leader religiosi riuniti a Cordoba, i quattro temi affrontati in altrettanti tavoli di lavoro possono costituire le linee guida lungo le quali costruire, e presto, le società del prossimo futuro, frutto di un mondo globalizzato, interconnesso e attraversato da flussi migratori dal Sud verso il nord del mondo.
Necessità di migliorare il modello sociale esistente sostenendo un dialogo interreligioso fondato sulla giustizia sociale; dare la possibilità ai rappresentanti del mondo di portare avanti un processo di costruzione della pace in grado di evitare i conflitti; rafforzare il ruolo delle scuole e dell'istruzione nella prevenzione del radicalismo e dell'estremismo religioso; obbligo dei governi a rispettare tutte le religioni in ugual misura, mantenendo la barra del timone ferma innanzitutto sul rispetto dei diritti umani.
Sono state queste, essenzialmente, le conclusioni maturate a Cordoba dove si è anche parlato del ruolo dei media e della necessità di un codice deontologico per i giornalisti. Le religioni, secondo l'Alleanza delle civiltà, possono in definitiva contribuire alla creazione di una società giusta e partecipativa ed è proprio in questa direzione che governi, personalità religiose, società civile dovrebbero promuovere libertà di pensiero, di coscienza, religione e credenza.[GB]
Fonte: Misna