La lotta contro povertà e ingiustizia, degrado ed esclusione sociale deve cominciare dalla scuola, strumento di democrazia decisivo.
Questo è il messaggio con il quale si conclude a Rio de Janeiro il V "World Urban Forum", un'occasione di dibattito importante, soprattutto per il Sud del mondo.
A caratterizzare l'ultima giornata di lavori è stata la presentazione di "State of the Urban Youth 2010-2011", uno studio fondato su centinaia di interviste e ricerche condotte a Rio de Janeiro, Mumbai, Kingston, Nairobi e Lagos. I risultati, analizzati oggi dalla direttrice dell'ente Onu per gli insediamenti umani (Onu-Habitat) Anna Tibaijuka, mostrano che l'impossibilità di accedere a un'istruzione di qualità condiziona in modo decisivo le prospettive sociali e lavorative dei giovani delle periferie povere.
Nel rapporto si evidenzia che, "a causa di politiche locali e nazionali sbagliate, chi vive nelle aree a basso reddito è costretto a frequentare scuole inadeguate dal punto di vista didattico e delle strutture". Gli autori di "State of the Urban Youth" sottolineano il paradosso di tanti paesi del Sud del mondo, potenzialmente ricchi di capitale umano ma finora incapaci di formare i tecnici e gli specialisti necessari per la lotta alla povertà.
Attraverso programmi di insegnamento mirati i governi possono creare capitale umano qualificato che non solo alimenterà la crescita economica ma determinerà una riduzione delle attività criminali nelle città e farà dei giovani esponenti di valore della società".
Secondo Onu-Habitat, le persone di età inferiore ai 25 anni rappresentano circa la metà della popolazione mondiale e più della metà dei quasi 830 milioni di africani, latinoamericani e asiatici che vivono nelle baraccopoli.
"L'amministratore pubblico del XXI secolo - aveva detto aprendo i lavori il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva - deve pianificare città dove sia possibile una migliore qualità della vita, correggendo il disordine e le diseguaglianze lasciate in eredità dai governi del XX secolo che hanno permesso la nascita di tante baraccopoli. La cosa migliore e più facile che un politico può fare, per se stesso e per il proprio paese, è occuparsi dei poveri".
"Chiediamo a chi governa - ha detto Rose Molokoane, direttrice della ‘South African Homeless People's Federation' - di aprirci la porta. Discutano i problemi dello sviluppo urbano con i poveri. Se si promuove il dialogo sociale saranno gli stessi abitanti delle città a fornire soluzioni per i problemi più complessi". Molti gli interventi dei teorici del "diritto alla città", il tema degli incontri di Rio. "Non si tratta solo di garantire accesso ai servizi - ha sottolineato David Harvey, docente di antropologia alla "City University" di New York - il punto è definire un'urbanizzazione differente; un diritto di cui negli ultimi 30 anni le popolazioni sono state private con l'applicazione di pratiche neo-liberiste".
(Fonte: Misna)