Il cioccolato delle uova di Pasqua ha un retrogusto amaro, che gli arriva dalla schiavitu' alla quale sono consegnate le migliaia di bambini che raccolgono il cacao nel Ghana e in Costa d'Avorio.
La notizia non e' nuova ma la BBC e' puntuale nel sottolinearla in un'inchiesta che solleva dubbi anche sul cioccolato venduto attraverso il Commercio equo e solidale. I due Paesi africani producono insieme il 60% del cacao mondiale, la cui industria garantisce la sopravvivenza a circa dieci milioni di persone. Ma non “la salute e la sicurezza e la dignità” dei bambini utilizzati nei campi, come ha denunciato l'Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO, nell'acronimo inglese).
Paul Kenyon, inviato del programma Panorama, ne ha visti decine chinati nei campi per circa dieci ore e privati del diritto alla scuola. E alcuni di essi, come il dodicenne burkinese Ouare Tatao Kwakou, erano stati venduti dai trafficanti di esseri umani ai proprietari delle piantagioni. Per il suo lavoro Ouare non ha ricevuto un solo penny per un anno intero. C'e' qualcuno, invece, che dalla sua schiavitu' guadagna, e tanto.
E lo stesso circuito del Commercio equo e solidale e' a rischio. Nel settembre dello scorso anno una cooperativa di Fairtrade che fornisce Carbury e Divine sospese i rapporti con sette delle 33 comunita' di raccoglitori di cacao in Ghana dopo che era stato accertato che sfruttavano il lavoro minorile. Il provvedimento fu poi sospeso a gennaio dopo che la cooperativa, la Kuapa Kokoo, aveva preso rimedi. Harriet Lamb, direttore esecutivo di Faitrade in Gran Bretagna, si e' difeso affermando che proprio il provvedimento di sospensione dimostra che i controlli interni di Fairtrade funzionano.
Le cose non vanno meglio in Costa d'Avorio, dove sono circa 100.000 i bambini sfruttati nell'industria del cacao. Kenyon ha intervistato un contadino che si serviva del fratello di otto anni e del figlio di undici per raccogliere il cacao destinato a una cooperativa che fornisce la Nestle', nell'ambito di una iniziativa Fairtrade presa dalla multinazionale. La Nestle' si e' limitata ad affermare: "Tutti i fornitori della Nestle' sono chiamati a rispettare il codice dell'azienda, che proibisce il lavoro minorile".
(Fonte agimondo.it) (Fonte immagine: google)