Il progetto presentato dal VIS riguardante “Interventi di emergenza, accoglienza e ripristino delle attività educative per le popolazioni di Haiti colpite dal sisma” è stato approvato da Agire l'agenzia che rappresenta nove fra le Ong italiane più grandi, alcune delle quali operano da tempo ad Haiti.
Nell’incontro, svoltosi a Roma ed aperto ad aziende e donatori privati, si è discusso assieme sul modo migliore per impiegare il denaro raccolto attraverso gli Sms solidali ed altre forme, che ammonta - per quanto riguarda Agire - a 13 milioni e 600 mila euro. Agire ha così distribuito poco più di 1 milione e mezzo di euro a ciascuna delle 9 Ong: Action Aid, Cesvi, Cisp, Coopi, GVC Onlus, Intersos, Save the Children, Terre des Hommes e Vis.
Il progetto presentato dal VIS intende stabilizzare la situazione in tre campi siti a Port au Prince (a Citè du Soleil e a Thorland - Carrefour) e migliorarne le condizioni di vita attraverso il montaggio di tende e offrendo servizi igienici e sanitari adeguati. L’intervento mira inoltre a realizzare attività di assistenza nei campi attraverso attività di supporto, educative e di animazione, nonché ad avviare piccole attività generatrici di reddito attraverso lo strumento del cash for work. Il programma prevede infine il riavvio delle attività educative e formative già condotte dalla controparte locale (i Salesiani di Don Bosco), sospese a seguito del sisma, nelle strutture scolastiche dell’ENAM, di Gressie e di Petion-Ville, attraverso la riabilitazione degli edifici esistenti o la realizzazione di strutture temporanee ad hoc.
L'analisi dei bisogni è stata condotta in stretta collaborazione con la controparte locale del VIS ad Haiti, i Salesiani di Don Bosco, presenti nel paese dal 1934 privilegiando un approccio condiviso e partecipativo con tutti gli attori presenti sul campo cercando di favorire un coordinamento e una condivisione di informazioni non solo all'interno delle organizzazioni di AGIRE, ma anche con tutte quelle realtà che per tipologia e/o area di intervento fossero risultate affini al VIS. Sono stati infine consultati e coinvolti a vario titolo anche le istituzioni nazionali e internazionali, gli enti e le autorità locali di competenza per area settoriale e/o territorio.
La presenza pregressa del VIS nella Repubblica Dominicana ha permesso inoltre di offrire non solo una base logistica per poter operare nelle prime fasi dell'intervento e di assessment, ma anche di essere uno strumento utile nel reperire ed elaborare le informazioni necessarie per l'analisi dei bisogni effettivi. I bisogni immediatamente rilevati, pertanto, sono stati quelli legati alle cure da prestare ai sopravvissuti e al soccorso delle persone ancora intrappolate sotto le macerie. Le successive fasi di assessment hanno inoltre evidenziato la necessità di stabilizzare i campi spontanei di sfollati creatisi nei Centri dei Salesiani e di fornire loro protezione, assistenza medica e alimentare, servizi igienici adeguati e distribuzione idrica.
Le strutture salesiane presenti nella capitale (5) sono state anch'esse seriamente colpite dal sisma e attualmente soltanto un'opera risulta agibile, di conseguenza la quasi totalità delle attività educative, formative e sociali esistenti risultano sospese.
Dall'analisi dei bisogni effettuata è emersa pertanto la necessità di far ripartire il più presto possibile queste attività, anche in strutture temporanee ove la riabilitazione delle strutture non fosse possibile, o richiederebbe un tempo eccessivamente lungo.
Ad Haiti così come nella Repubblica Dominicana, e secondo il tradizionale impegno sociale della congregazione salesiana in tutto il mondo, il lavoro dei missionari e dei numerosi collaboratori laici è stato sempre orientato all’educazione integrale dei giovani: educazione formale e informale di ogni livello, formazione professionale, accoglienza e recupero di ragazzi in situazione di strada e a rischio.
Il VIS pur avendo una mission orientata prevalentemente allo sviluppo umano e sostenibile ha sempre fatto fronte con risorse umane e finanziarie a molte situazioni d'emergenza impostesi in Paesi del Sud del mondo ove l'ONG era già presente, valorizzando in tal modo il proprio radicamento sul territorio per assicurare il reintegro delle condizioni di normalità e la ripresa dello sviluppo
Le persone identificate e selezionate come beneficiarie nel progetto sono state coinvolte sin dalle prime fasi di definizione del progetto attraverso un approccio e una metodologia partecipativa. I responsabili dei campi sfollati interessati, così come i referenti delle equipe e della controparte locale hanno infatti partecipato attivamente all'identificazione delle attività e hanno garantito un flusso di informazioni continuo con i beneficiari diretti dell'intervento