Il 12 febbraio si celebra la Giornata internazionale contro l'uso dei bambini soldato. Questa ricorrenza offre l'opportunità di ricordare la drammatica condizione in cui vivono molti bambini in ogni parte del mondo.
Il 12 febbraio 2002 è entrato in vigore il "Protocollo opzionale alla Convenzione internazionale sui diritti dell`infanzia" che obbliga gli stati firmatari a non impiegare i minori di 18 anni nei conflitti armati. Da quel giorno questa data è diventata anche l'occasione per sottoporre all'attenzione dei media e dei governanti le gravi violazioni dei diritti dei bambini che quotidianamente avvengono.
Attualmente 61 nazioni non hanno ancora ratificato il Protocollo, e l'ultimo rapporto ufficiale delle Nazioni Unite precisa che oltre 250.000 minori sotto i 18 anni (di cui alcuni sotto i 10 anni) sono ancora coinvolti nei conflitti armati, costretti ad arruolarsi nelle milizie e a vivere esperienze che, se anche sopravviveranno, li avranno comunque segnati per sempre.
Numerose sono le istituzioni, nazionali e internazionali, impegnate per fermare lo sfruttamento dei bambini nei conflitti. Alcune di queste (Amnesty International, Human Rights Watch, Terre des Hommes e diverse altre) dal 1998 hanno formato una "Coalizione per fermare l'uso dei bambini soldato" che ogni 12 febbraio indice la campagna di sensibilizzazione "Mano rossa".
I Salesiani hanno avviato diverse iniziative nell'ambito del recupero dei bambini soldato: la "Fondazione Mago Sales" gestisce un centro di recupero in Uganda, la "Fondazione Don Bosco Nel Mondo" ne ha realizzato uno in Sri Lanka, e altri centri sono attivi anche in Colombia, Angola ed altre parti del mondo.
L'azione salesiana in quest'ambito non può fare a meno di seguire le parole di Don Juan Vecchi, Rettor Maggiore dal 1996 al 2002: "Come Salesiani dobbiamo essere tra i primi nella campagna per restituire al bambino il diritto di esserlo".
(Fonte: Ans)