"Se non ci sarà un cambio di rotta da parte del Governo, che per il 2011 e il 2012 ha previsto stanziamenti di appena 125 milioni di euro, l’anno prossimo probabilmente sarà l’ultimo anno del servizio civile volontario: certi investimenti da parte nostra in queste condizioni non saranno più sostenibili". Lo ha affermato nei giorni scorsi Fabrizio Cavalletti della direzione della 'Conferenza nazionale degli enti di servizio civile' (Cnesc) presentando l'XI Rapporto sul servizio civile in Italia (testo completo in .pdf).
La Conferenza nazionale degli enti di servizio civile (Cnesc) raduna 22 dei maggiori Enti convenzionati con l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC): oltre a Caritas Italiana, vi aderiscono infatti Acli, Aism, Anpas, Anspi, Arci Servizio Civile, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Avis nazionale, Cenasca-Cisl, Cesc, Commissione sinodale per la diaconia (CSD), Cnca, Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, Cong. P.S.D.P. Ist. don Calabria, Italia Nostra, Federsolidarietà/CCI, Focsiv, Legacoop, Scs/Cnos, Unpli, WWF Italia. La Cnesc ha rilanciato perciò la petizione per difendere il Servizio Civile Nazionale. E' dal luglio scorso che la Cnesc ha promosso una mobilitazione per chiedere al Governo di fare chiarezza sul processo di riforma della legge e sui fondi da stanziare: circa 20mila cittadini e dalle oltre 8mila organizzazioni aderenti hanno aderito alla petizione.
Nonostante l’aumento nel periodo 2005-2008 delle domande dei giovani per i progetti presentati dagli Enti aderenti alla Cnesc il rapporto segnala infatti, a partire dal 2008, un trend calante per quanto riguarda i posti finanziati. "È una diminuzione che rischia di essere drammaticamente accelerata se dovessero restare le attuali esigue risorse previste dalla Finanziaria 2010 per non parlare degli anni successivi che già prevedono ulteriori riduzioni" - afferma la presentazione del Rapporto (comunicato in. pdf).
Secondo l’XI Rapporto ciascun volontario del Cnesc ha prestato i media circa 1.300 ore di servizio, per un totale complessivo di oltre 17 milioni di ore e il valore prodotto dal servizio civile degli Enti della Cnesc è pari a 171 milioni di euro: "ciò fa presupporre un valore globale pari a circa 500 milioni di euro, laddove il finanziamento previsto dalla Finanziaria 2010 è di soli 170 milioni".
"Le criticità evidenziate dal Rapporto sono ben note al Sottosegretario Giovanardi che le ha riconosciute impegnandosi a reperire ulteriori risorse" - evidenziano gli enti del Cnesc. L’investimento complessivo in termini di risorse economiche sostenuto dagli enti della Cnesc nel servizio civile, comprensivo dei costi sostenuti per il personale (retribuzioni ed eventuali rimborsi spese) e di altri costi si può stimare in oltre 20 milioni di euro, pari mediamente a 1 milione 900 mila euro per ente e a circa 1.900 euro, in media, per volontario, per lo più riconducibili al costo del personale - segnala il Rapporto.
Oltre al sempre minor stanziamento di fondi governativi, tra le maggiori criticità evidenziate dal Rapporto vi sono quelle rilevate da Confcooperative-Federsolidarietà che sottolinea come "sempre più evidente per il Servizio Civile si conferma la necessità di una revisione ed aggiornamento del sistema". In particolare Confcooperative-Federsolidarietà ribadisce la necessità per le istituzioni nazionali e regionali di "contribuire in modo forte a sostenere il valore del Servizio Civile quale strumento di educazione alla cittadinanza attiva e risorsa nonviolenta a disposizione del paese".
Un tema quest'ultimo che è ripreso dai numerosi Enti del Cnesc che ribadiscono, anche a seguito del dibattito di questi mesi, "la centralità dell’educazione dei giovani come concorso alla difesa non armata e non violenta del Paese quale obiettivo principale della riforma: uno strumento che aiuti il Paese a cogliere le sfide educative che ha dinanzi, per la promozione dei valori fondanti della Costituzione".
Intanto però lo scorso novembre, l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (Unsc) ha modificato, per i volontari in servizio dal 1 dicembre le modalità di pagamento dei compensi, passando dal libretto postale nominativo al versamento esclusivamente su conto corrente bancario intestato o cointestato al volontario. La banca scelta dal Governo è la Bnl - Gruppo Bnp Paribas, che secondo l'ultimo Rapporto del Presidente del Consiglio nel 2008 è risultata in testa all'elenco degli istituti bancari che hanno offerto servizi ad aziende esportatrici di armamenti italiani.
Nostante il "Codice Etico" della BNL pubblicato nel novembre 2007 affermi che "La Banca si impegna a limitare le proprie attività relative alle operazioni di esportazione importazione di materiale d’armamento unicamente a quelle verso Paesi UE e NATO nell’ambito delle rispettive politiche di difesa e sicurezza" in seguito alla crescente esportazione di armamenti italiani soprattutto verso alcuni Paesi Nato, la BNL con oltre 1,250 miliardi di euro si trova nel 2008 al vertice della lista governativa per operazioni fornite all’esportazione militare di cui ricopre da sola quasi il 34% del totale.
La BNL ha assunto infatti buona parte delle operazioni relative a incassi per forniture di armi alla Turchia (che solo nel 2008 ha ricevuto autorizzazioni per oltre 1 miliardo di euro), un paese della Nato dal quale però - secondo l'ultimo rapporto di Amnesty International – "sono continuate a pervenire denunce di tortura e altri maltrattamenti e di eccessivo impiego della forza da parte delle Forze dell'ordine" e che continua le operazioni militari nel Kurdistan spesso denunciate dalle associazioni per la tutela dei diritti umani. Esportazioni di armamenti italiani di chiara propensione offensiva di "attacco bellico" come ha affermato lo stesso ministro della Difesa turco - e sulle quali la Rete Italiana Disarmo aveva da tempo chiesto al Governo la sospensione.
Diverse associazioni del Servizio Civile Nazionale - segnala il sito Esseciblog nel fornire diversi documenti al riguardo - hanno criticato la scelta da parte governativa della BNL e sostengono che la circolare sarebbe in contrasto con il servizio civile nazionale quale "strumento di difesa non armata e nonviolenta del Paese": le associazioni hanno pertanto invitato i volontari a non usufruire della convenzione con la Bnl in quanto considerata "banca armata". [Unimondo.org - GB]