Qualche tensione nella terza giornata della XV conferenza sul clima di Copenhagen, dal 7 al 18 dicembre. Un tentativo da parte delle Nazioni Unite di negoziare un nuovo trattato che impegni l'intera comunità internazionale a fermare il riscaldamento globale.
Presenti 192 delegazioni, 45 capi di stato, 15.000 partecipanti accreditati, 5000 giornalisti e tante le persone della società civile arrivate in città per le numerose iniziative "a margine" tra cui il KlimaForum che afferma ''Le emissioni non sono merci, ma impattano sui diritti di tutti e per questo la risposta delle organizzazioni di tutto il mondo che sono presenti qui a Copenaghen sara' sempre meno specialistica, confinata ai soli gruppi ambientalisti, e sempre piu' trasversale alle mobilitazioni di tutta la societa' civile, dai sindacati, ai contadini, alle economie solidali. Ne va della sopravvivenza di tutti noi''.
Si evince da parte della società civile a livello internazionale di un bisogno di giustizia climatica e di responsabilità del capitalismo globale per il disastro ambientale. "Il riscaldamento globale non fa discriminazioni - ha ammonito Mohammed Nasheed presidente delle Maldive- se oggi il mondo non salverà le isole dell'Oceano indiano o del Pacifico che rischiano l'inabissamento, forse domani non riuscirà a salvare Londra o New York".
Quindi qualche tensione in questi primi giorni della conferenza, molti i Paesi del sud del mondo che accusano quelli del nord per un mancato ascolto delle loro istanze e per la proposta redatta dalla presidenza danese e da esponenti di Paesi del nord che ripropone l'obiettivo di limitare a due gradi l'aumento del riscaldamento globale e che punta a una riduzione del 50% delle emissioni entro il 2050 rispetto al 1990 e raccomanda un picco per le emissioni dei paesi in via di sviluppo al di la del quale questi dovranno cominciare a ridurre le emissioni.
E ci si continua a chiedere se i Paesi del nord del mondo sono seriamente intenzionati a risolvere il problema del riscaldamento globale o non andranno ancora una volta oltre i soliti impegni di facciata.