La notizia dell'operazione "White Christmas" attivata dalla giunta comunale di Coccaglio non stupisce più, purtroppo, e del resto non è che la conseguenza, forse un po' pittoresca, del pacchetto sicurezza e della filosofia generale in tema di immigrazione a cui il governo si è arreso. Dunque legale, anzi legalizzata.
Anche lo scopo - "vogliamo soltanto iniziare a fare un po' di pulizia" - nel clima politico di questa congiuntura non è ahimé una novità. Arrivo a pensare che persino la strumentalizzazione dei simboli e delle tradizioni cristiane faccia parte oramai del panorama nazionale. Quello che lascia esterrefatti è l‘indifferenza in cui tutto questo passa davanti agli occhi dell'opinione pubblica e soprattutto dei credenti.
Negli anni Cinquanta e Sessanta le incursioni del Ku Klux Klan erano illegali ma spesso tollerate. Negli anni Duemila le incursioni e i respingimenti, il tutti a casa loro fatto dogma politico e sociale, è divenuto legale e pienamente tollerato.
Non posso - come guida di un Organismo cristiano, missionario e salesiano, ma anche come laico ed ex allievo salesiano - tollerare che si spenda così rozzamente il nome di un illustre rifugiato e migrante che con tutta la famiglia riparò in Egitto, lontano dalla sua terra, dopo avere accettato gli omaggi dei re Magi, uomini venuti da lontano, di razza, cultura e religione diversa. Che il Natale venga brandito come clava minacciosa verso le identità diverse, in quanto tali ("il Natale non è la festa dell'accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità"). Che si torni al concetto così tragicamente praticato della pulizia etnica e religiosa.
L'episodio - per quanto rischi di divenire un modello, già copiato da altri comuni - meriterebbe di essere volutamente ignorato, abbandonandolo alla sua povertà culturale. Tuttavia non può non irritare che si invochino, a cornice e quasi a sponda legittimatoria, le buone frequentazioni cattoliche ("ho frequentato il collegio dai Salesiani. Questa gente dov'era domenica scorsa? Io a Brescia dal Papa", dichiara l'assessore Abbiendi).
L'ordine civile, l'integrazione, la responsabilità individuale e collettiva di una società rispettosa della legalità sono valori irrinunciabili, ne siamo convinti. Ma non autorizzano nessuno a scippare i credenti dei valori e dei simboli della fede cristiana per farne strumenti di conservazione demagogica del potere, locale e nazionale.
Massimo Zortea
Presidente del VIS