Si è aperto stamattina a Roma e durerà fino al 18 novembre il vertice mondiale Fao sulla sicurezza alimentare. A fare gli onori di casa Jacques Diouf, direttore generale della Fao e il presidente del Senato Renato Schifani che ha lasciato prontamente spazio al discorso d'effetto del Segretario Generale dell'ONU, Ban Ki-Moon, che ha esordito con queste parole: "Oggi, giorno in cui si apre a Roma il vertice mondiale sulla sicurezza alimentare della Fao, oltre 17 mila bambini moriranno di fame: uno ogni 5 secondi, 6 milioni in un anno".
Ma l'ospite d'eccezione di questa giornata è stato sicuramente Benedetto XVI che stamattina ha tenuto un lungo discorso davanti all'assemblea: "La Terra può nutrire tutti i suoi abitanti. Bisogna dunque vincere la lotta alla fame e alla malnutrizione. Nell'Enciclica Caritas in Veritate ho osservato che la fame non dipende tanto da scarsità materiale, quanto piuttosto da scarsità di risorse sociali, la più importante delle quali è di natura istituzionale. Manca, cioè, un assetto di istituzioni economiche in grado sia di garantire un accesso al cibo e all'acqua regolare e adeguato, sia di fronteggiare le necessità connesse con i bisogni primari e con le emergenze di vere e proprie crisi alimentari...Il problema dell'insicurezza alimentare va affrontato in una prospettiva di lungo periodo, eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri mediante investimenti in infrastrutture rurali, in sistemi di irrigazione, in trasporti, in organizzazione dei mercati, in formazione e diffusione di tecniche agricole appropriate. In una tale prospettiva, la cooperazione deve diventare strumento efficace, libero da vincoli e da interessi che possono assorbire una parte non trascurabile delle risorse destinate allo sviluppo. Non si devono poi dimenticare i diritti fondamentali della persona tra cui spicca il diritto ad un'alimentazione sufficiente, sana e nutriente, come pure all'acqua; essi rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti, ad iniziare da quello, primario, alla vita. La fame è il segno più crudele e concreto della povertà".
Nell'assemblea plenaria del primo giorno è stata approvata una Dichiarazione sulla sicurezza alimentare che non prevede alcun impegno finanziario, bensì cinque azioni: sostenere la responsabilità dei governi nazionali; promuovere maggiore coordinamento tra strategie nazionali, regionali e globali; predisporre un'azione diretta per rispondere all'emergenza alimentare immediata, e contemporaneamente adottare programmi a medio e lungo termine per eliminare le cause di fondo della fame e povertà; vigilare perché il sistema multilaterale giochi un ruolo centrale grazie a miglioramenti continui dell'efficienza, della reattività, del coordinamento e dell'efficacia delle istituzioni multilaterali; garantire un impegno sostenuto e sostenibile da parte di tutti i partner a investire nell'agricoltura e nella sicurezza alimentare in maniera tempestiva e affidabile.
E dalla tenda piantata alle porte della FAO dai rappresentanti delle Ong internazionali spuntano i primi dissensi per la poca concretezza delle linee guida elencate. Fanno eco alle proteste le reazioni dei delegati dei movimenti contadini, agricoltori, pescatori, donne, giovani indigeni e Ong internazionali riunite alla Città dell'altra economia per il Forum parallelo al Vertice.
Si ripete il copione di tutti gli anni, forse non sono le strategie ad essere sbagliate, ma l'incoerenza e la pochezza con la quale poi le stesse vengono applicate.
Ahinoi, niente di nuovo sotto al sole, anzi, sotto alla tenda.