MILANO - Li hanno attaccati con i gas lacrimogeni. Li hanno inseguiti, percossi, insultati. Erano in 15 mila a protestare contro lo sfruttamento dei lavoratori nelle miniere; in 28 sono stati catturati, legati, incappucciati, nuovamente picchiati e infine tenuti sequestrati per tre giorni nella miniera di rame di Rio Blanco, nel nord del Perù, non lontano dal confine con l'Ecuador. Poi sono stati rilasciati, pesti e malconci, ma vivi. Non tutti però: uno di loro non ha mai fatto rientro a casa. Lo hanno raccolto esangue all'interno della miniera: l'autopsia ha evidenziato che l'uomo ha impiegato 36 ore per morire.
ACCUSE ALLA POLIZIA - La vicenda risale al 2005 e nel mirino ci sono gli agenti della polizia peruviana e i loro modi alquanto spicci. Ma i riflettori su quanto accaduto tra quelle montagne si sono accesi solamente ora che del caso di sta occupando l'alta corte di Londra: titolare della miniera è infatti una compagnia britannica, la Monterrico Metals, che ha il proprio quartier generale a Hong Kong e le principali attività estrattive in Perù, che nega di avere avuto un ruolo nella vicenda. Secondo gli avvocati dei manifestanti, però, fu proprio il direttore del sito minerario, un dipendente della società, a dirigere le operazioni dei poliziotti. I vertici della società hanno diramato un comunicato per ribadire la loro totale estraneità ai fatti. La corte, tuttavia, che in questi giorni raccoglierà prove e testimonianze, ha iniziato con l'ingiungere alla compagnia di mantenere propri asset per almeno 5 milioni di sterline - euro - in Gran Bretagna. Una somma che dovrebbe servire per coprire i risarcimenti alle vittime degli abusi, in caso di condanna.
«CI HANNO ATTACCATI ALL'ALBA» - Alla questione ha dato ampio risalto il Guardian che sul proprio sito ha pubblicato un video con i racconti di alcuni dei manifestanti. Un testimone oculare racconta dell'attacco dei poliziotti, avvenuto all'alba, mentre il gruppo che aveva iniziato una lunga marcia di avvicinamento alla miniera si era fermato per una sosta in un prato ad alcuni chilometri dal sito minerario: «Ci hanno sparato - spiega davanti alla telecamera -: un uomo ha perso un occhio, un altro è stato colpito ad una gamba, un altro ancora ai polmoni e un quarto alla tempia». Una delle due donne catturate e inserite nel gruppo dei 28 racconta invece di molestie e di abusi sessuali: «Ci toccavano il seno, cercavano di toglierci i pantaloni. Hanno minacciato di violentarci». Due poliziotti sono ritratti in una fotografia mentre mostrano spavaldi la loro biancheria intima tra le mani.
LE IMMAGINI DELLE TORTURE - Ci sono immagini in cui si vedono i manifestanti incappucciati con sacchi di cellophane. le mani legate dietro la schiena, costretti a marciare in fila indiana o accalcati sotto una tettoia. Ci sono fotografie che mostrano le ferite riportate durante i tre giorni di terrore vissuti sotto i cieli di Rio Blanco. E molte sono state scattate da un giornalista peruviano, anche lui poi detenuto dagli agenti, proprio all'esterno degli uffici della miniera. A distanza di quattro anni, quella vicenda inizia a scuotere la Gran Bretagna.
LA COMPAGNIA MINERARIA - La compagnia mineraria è convinta di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti. Nelle dichiarazioni rilasciate al Guardian spiega che i colpi di arma da fuoco sono stati sparati lontano dalla miniera. Racconta di un poliziotto colpito ad una gamba da un proiettile sparato dai manifestanti, sottolineando come proprio questo episodio abbia generato gli arresti. Un portavoce ha detto che la Monterrico «nega vigorosamente che alcuno dei propri funzionari o dipendenti possa essere stato coinvolto nei presunti abusi di Rio Blanco» e ritiene del tutto infondate le accuse.
DUE GIORNI DI SCIOPERI - Il Perù è uno dei principali esportatori di metalli. E' al primo posto nella graduatoria mondiale per l'argento, al secondo per il rame, al sesto per l'oro. E' una delle attività in cui trova occupazione la popolazione più povera e uno dei comparti che maggiormente impegnano le organizzazioni sindacali. Per oggi e domani sono previste due giornate di sciopero contro la decisione del presidente Alan Garcia di respingere una legge che avrebbe anticipato l'età del pensionamento. Nel mirino anche la redistribuzione dei guadagni: i prezzi, riporta Reuters, sono tornati a salire dopo il crollo di fine 2008 e per le compagnie minerarie sono attesi nuovi guadagni dopo una prima metà dell'anno difficile. Il giacimento di Rio Blanco, secondo il sito Internet della Monterrico, è uno dei più grandi depositi di rame del mondo e la compagnia punta a svilupparlo fino a farlo diventare anche uno dei più produttivi. Nel proprio sito l'azienda si dice «pienamente impegnata nello sviluppo sostenibile e nelle sue responsabilità di fronte alle comunità locali e ai propri stake holder».
(Fonte: Alessandro Sala, "Corriere" online)