Perché fare un corso sulle Emergenze Umanitarie?
Se ci guardiamo intorno, ormai le emergenze sono ovunque purtroppo, e la cooperazione allo sviluppo, proprio perché si occupa normalmente di sviluppo, spesso non ha gli strumenti e la preparazione adatta per affrontarle. E' chiaro che l'emergenza deve preludere alla fase di riabilitazione e quindi a quella di sviluppo, ma una buona gestione dell'emergenza vera e propria è fondamentale anche per il passaggio alle successive due fasi.
Gianni Rufini (nella foto), il docente del corso, è un esperto di fama internazionale di aiuto umanitario, tra missioni e direzioni di agenzie sono tanti anni che si occupa di questo; attualmente è direttore di ricerca per il CeSPI, e coordinatore di corsi presso varie università. Non è però solo un teorico dell'aiuto umanitario, anche se il ragionamento e l'osservazione sono estremamente utili per concettualizzare la storia e le metodologie dell'aiuto umanitario, ma è anche un operatore sul campo, che vive le difficoltà e i rischi che s'incontrano nelle situazioni reali, in scenari di emergenza autentici, non inventati a tavolino.
Il programma del corso, tutorato da Marisa Belluscio formatrice in aiuto umanitario ed educazione allo sviluppo, parte dalla storia dell'umanitarismo, l'origine delle ONG umanitarie, l'evoluzione del ruolo delle NU, i nuovi attori, il peacekeeping, ma passa ben presto alla pratica sul terreno, ovvero l'assistenza, la protezione, la gestione dei progetti, delineando esercitazioni interessanti in cui gli studenti devono improvvisare per gestire situazioni complesse di emergenza.
Un occhio attento anche alle metodologie: assessment e valutazione; partecipazione, capacity building, empowerment e il rapporto, che continua ad essere al centro di molti dibattiti, sul rapporto tra militari e civili nelle emergenze, ma anche tra militari e cooperanti.
Quali sono le sfide contemporanee? Catastrofi tecnologiche, disastri naturali, conflitti esacerbati; le emergenze si sono estese, moltiplicate, interrelate.
"E' forse il corso in cui la componente caratteriale degli studenti, nonostante sia online, viene maggiormente fuori" - afferma Paola Pinelli, responsabile del coordinamento didattico dei corsi - "e questo è proprio il riflesso di quanto accadrebbe nella realtà in situazioni di emergenza. Le esercitazioni contribuiscono in modo particolare a liberare l'emotività e a miscelarla con le conoscenza acquisite. D'altra parte, la metodologia della formazione a distanza fa uso di strumenti asincroni (quali newsgroup, forum, materiali multimediali), e sincroni (chat, videochat), capaci di produrre un livello di interattività paragonabile ad un corso erogato in presenza."
Le iscrizioni sono già aperte e il corso inizierà l'11 gennaio.
Per scaricare il bando, clicca qui http://www.volint.it/scuola/index.htm
Per info e adesioni: corsionline@volint.it, 06/51.629.312-313