La voce di chi è impegnato nei territori palestinesi

Volontari e Cooperanti italiani si mobilitano e esprimono il loro punto di vista sulla grave crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Punto di vista espresso tramite una lettera inviata il 20 gennaio al ministro degli Affari Esteri Frattini.

A chi in quella terra vive e lavora risulta inaccettabile l'incapacità della comunità internazionale e del nostro paese ad assumere posizioni ferme di fronte a una tale violazione dei diritti umani, al dispiegamento massiccio di forze aeree - terrestri- marittime, alla guerra che causa un numero intollerabile di vittime e vanifica qualsiasi sforzo dei programmi della cooperazione internazionale.

Chi come loro in Palestina opera in progetti di cooperazione trova difficile la versione dei fatti diffusa dal governo israeliano e riproposta acriticamente dalla maggioranza del media e dagli esponenti politici. Una denuncia la loro per le insostenibili condizioni di vita nella Striscia di Gaza,  per il diritto negato ai palestinesi di Gaza di attraversare i confini, e per aver negato loro da ben diciotto mesi anche la continuità di cibo e acqua potabile.  

Chi vive nel territori occupati e lavora nella cooperazione per lo sviluppo esige come condizione necessaria l'impegno della comunità internazionale per la soluzione definitiva dell'occupazione e del conflitto nel pieno rispetto delle risoluzioni già approvate in seno alle Nazioni Unite, e che tenga conto dell'oggettiva disparità delle parti in campo.

Il personale delle Ong impegnate sul territorio occupato chiedono al governo italiano che all'indomani di questa ennesima catastrofe, un intervento tempestivo per rispondere in maniera efficace all'attuale condizione di emergenza sanitaria e alimentare nella Striscia

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