Calma assordante nella città del Nord Kivu, dopo una notte di violenze e saccheggi ad opera dei soldati dell'esercito regolare costretto a indietreggiare davanti all'avanzare dei ribelli guidati da Nkunda. Le strade ora appaiono semideserte, i negozi e le scuole sono chiuse, i soldati della missione Onu impotenti sorvegliano le strade.
Al Centro Don Bosco Ngangi Padre Mario Perez e i volontari VIS continuano a dedicarsi alle attività senza sosta. Oltre ai 300 bambini già accolti nel Centro, tra ieri e oggi altre 70 famiglie sfollate si sono rifugiate qui, portando il numero totale delle persone assistite a circa 600.
Molte organizzazioni umanitarie hanno annunciato la sospensione delle operazioni, dopo l'ordine di evacuazione dato ieri dal MONUC, missione Onu in Congo. È stata annunciata inoltre l'apertura di corridoi umanitari per permettere il soccorso alla popolazione civile dopo la denuncia fatta al Monuc dagli operatori umanitari presenti in loco di impedire alle decine di migliaia di sfollati in fuga dai combattimenti di entrare a Goma, intrappolandoli alle porte della città e in balìa dei ribelli.
Il Pontificio Consiglio Giustizia e della Pace ha diffuso un appello in cui chiede alla comunità internazionale di intervenire nella risoluzione del conflitto, invitando al rispetto dei trattati di pace sottoscritti da entrambe le parti in guerra.