"Il 24% dei minori italiani è esposto a rischio di povertà, quasi uno su quattro. Percentuale certamente destinata a salire. L'economia non ci aiuta e così finisce che l'esclusione e la povertà hanno in Italia un volto sempre più giovane: aumentano le donne, ma anche le situazioni drammatiche dei minori, italiani e stranieri non accompagnati". Con questa triste costatazione don Domenico Ricca, presidente della Federazione italiana "Salesiani per il Sociale" (SCS), apre un comunicato stampa emanato alcuni giorni fa nel quale, commentando alcuni dati sulla realtà del Paese, invita a politiche più coordinate e mirate per i più giovani, minacciati da nuove forme di povertà e discriminazione.
In Italia il 13,2% delle famiglie vive in condizione di povertà relativa, i più piccoli vengono di conseguenza privati di risorse materiali e spirituali e di possibilità di soddisfare diritti, di realizzare il proprio potenziale, svilupparsi e crescere. "Sono circa 900 mila i giovani che abbandonano prematuramente gli studi. - riferisce don Ricca riportando alcuni dati del 4° Rapporto su "I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia", pubblicato nel mese di maggio - Fenomeni di sfruttamento e abuso, permangono, sebbene sommersi".
L'elemento comune, fa notare il Presidente SCS, sono la scarsità o l'assenza di protezione sociale, l'accesso limitato all'istruzione e all'assistenza sanitaria. Tali problematiche coinvolgono soprattutto i minori Rom e stranieri, condannati a una sostanziale esclusione sociale. Gli interventi, là dove vengono attuati, sono caratterizzati dalla frammentarietà ed eterogeneità delle politiche locali, manca un significativo raccordo con le programmazioni nazionali nell'ambito della scuola e della tutela della salute.
Da parte di associazioni, enti, esponenti politici c'è la richiesta di un Garante Nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza, ricorda don Ricca, che assicuri ai minori i loro diritti, "sembra assurdo che ce ne sia bisogno anche nella nostra modernissima società in cui il grado di evoluzione sociale dovrebbe essere almeno pari a quella tecnologica. Eppure, i dati parlano chiaro: nella nostra affannosa corsa lasciamo indietro qualcuno".
Nel concludere il comunicato don Ricca ribadisce l'impegno dei Salesiani nell'essere presenti nel sociale con prassi educative, sensibilità, cultura dell'accoglienza, investendo risorse a favore del recupero, dell'istruzione e formazione professionale di minori in difficoltà. Non manca anche un appello al mondo politico perché dedichi, in maniera più rilevante, risorse e interventi a favore dei minori, "soprattutto a quelli che vivono in situazioni d'indigenza, sfruttamento, sottoposti a varie forme di discriminazione, come i minori stranieri o quelli che fanno parte di minoranze. Investire nelle nuove generazioni è indispensabile per assicurare il futuro: la riduzione della povertà e del disagio infantile sono tappe importanti per il progresso verso la coesione sociale e l'uguaglianza di opportunità".
Fonte: ANS