È stato presentato in questi giorni dall'Unicef e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il Rapporto intitolato "Progress on Drinking Water and Sanitation - Special Focus on Sanitation" nel quadro del programma congiunto di monitoraggio su forniture idriche e servizi igienici.
Ogni giorno, più di 2,5 miliardi di persone soffrono della mancanza di servizi igienici adeguati e quasi 1,2 miliardi devono usare spazi aperti, la pratica più rischiosa dal punto di vista igienico-sanitario.
"Ai ritmi attuali, il mondo mancherà l'obiettivo del millennio sull'accesso ai servizi igienici, con oltre 700 milioni di persone che vi resteranno escluse" - dichiara Unicef.
Le cattive condizioni igieniche mettono a rischio la sopravvivenza infantile, dal momento che un ambiente contaminato da feci è direttamente collegato alla diffusione di malattie diarroiche, tra le principali cause di mortalità infantile sotto i 5 anni. È difficile garantire un ambiente pulito, fin tanto che anche una minoranza di popolazione continuerà a praticare la defecazione all'aperto.
Per la prima volta da quando è iniziata la raccolta dei dati, nel 1990, il numero di persone che non ha accesso a fonti idriche adeguate è sceso, in tutto il mondo, sotto il miliardo. Al momento, l'87% della popolazione mondiale ha accesso a fonti idriche adeguate e la tendenza attuale suggerisce che più del 90% vi avranno accesso entro il 2015.
Ma va ricordato che la disponibilità di fonti idriche bonificate è ancora considerevolmente bassa nell'Africa sub-sahariana rispetto alle altre regioni, con una percentuale del 42% della popolazione che non ne dispone. Questa è la regione nella quale si registrano i progressi più lenti.
Benché la defecazione all'aperto sia in declino in tutto il mondo, il 18% della popolazione mondiale - ossia un totale di 1,2 miliardi di persone - tuttora la pratica. In Asia meridionale, circa 778 milioni di persone ancora sono costrette a questa pratica rischiosa dal punto di vista igienico-sanitario.
Miglioramenti concreti nell'accesso ai servizi igienici sono stati registrati in molti paesi dell'Africa meridionale. Secondo il rapporto, 7 dei 10 paesi che hanno conseguito i progressi più rapidi, e che risultano sulla giusta rotta per raggiungere l'Obiettivo di sviluppo del millennio per acqua e igiene, si trovano nell'Africa sub-sahariana (Burkina Faso, Namibia, Ghana, Malawi, Uganda, Mali, Gibuti) e 5 dei 10 dei paesi non ancora sulla strada giusta per raggiungerlo, ma che tuttavia registrano progressi importanti, appartengono all'Africa sub-sahariana (Benin, Camerun, Comore, Mali e Zambia)
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