Al sesto Forum dei Popoli si discute il futuro del continente africano

A Sikasso in Mali si sta svolgendo il sesto Forum dei Popoli, detto anche il Vertice dei Poveri. Il Forum riunisce 800 delegati provenienti da Benin, Costa d'Avorio, Guinea, Niger e Senegal ma anche da Francia, Belgio e Canada. Scopo del Forum è creare uno spazio di dialogo e solidarietà per discutere circa i gravi problemi che attanagliano lo sviluppo del continente.

Il problema del debito, gli accordi di collaborazione economica, il ruolo delle donne, le privatizzazioni, l'accesso all'acqua, la distribuzione iniqua delle risorse, le politiche agricole, i conflitti, e gli obiettivi di sviluppo del Millennio stabiliti dall'ONU nel 2000 per il 2015 sono alcuni degli argomenti trattati.

"Abbiamo organizzato questo Forum con pochi mezzi a disposizione; è stata dura ma abbiamo fatto in modo che si svolgesse" ha dichiarato Aicha Diarra, responsabile logistica del vertice. Mentre il portavoce del Forum Nouhoun Kèita parla chiaro: "I ricchi del pianeta non mantengono le sue promesse. Il G8 per noi è sinonimo di delusione. Spetta a noi costruire il futuro con le nostre mani".

Tra le proposte sul tavolo degli esperti quella della creazione di una "Banca del Sud" in alternativa della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, lo ha detto Barry Aminata Touré, presidente della Coalizione Africana Debito e Sviluppo (Cad-Mali) sostenendo che tali istituzioni hanno raggiunto il "limite" e devono cedere il passo ad altri organismi non controllati da gruppi di affari occidentali, ma da singoli stati. Le conseguenze delle politiche economiche e sociali "imposte" da Bm e Fmi, ha proseguito Tourè, sono l'alto livello di indebitamento dei paesi africani e la povertà crescente della popolazione.

La scelta di Sikasso soprannominata in Mali il granaio del paese, la capitale del cotone, la città verde, non è casuale. Il Forum di Sikasso riassume lo spirito delle migliaia di partecipanti che credono nello sviluppo del continente Africano e che ancora una volta sono decisi a ricordare ai potenti del mondo riuniti al G8 che "un altro mondo è possibile". Un mondo nel quale i paesi del Sud e non soltanto le grandi potenze emergenti hanno un ruolo da giocare e molto da dire.