Media e diplomazie internazionali sono ormai rivolte verso il Giappone dove si tengono i due appuntamenti finali del G8: a Kyoto si sta svolgendo infatti la riunione dei ministri degli Esteri e poi dal 7 al 9 di luglio sarà la volta presso l'area turistica di Hokkaido Toyako della riunione dei Capi di Stato e di governo.
Sui temi della lotta alla povertà e dell'aiuto allo sviluppo le diplomazie degli otto grandi si concentreranno principalmente sulla crisi alimentare che con il vertice Fao di inizio giugno ha attirato l'attenzione internazionale.
Il nostro Paese ha già reso disponibile un primo contributo di 30 milioni atti a promuovere progetti di emergenza e programmi di sviluppo agricolo. Ma il vertice del G8 giapponese vedrà il nostro Paese annunciare il raddoppio degli aiuti umanitari da 60 a 130 milioni di euro, una cifra destinata quasi interamente all'aiuto alimentare. A questi si aggiungono i quasi 60 milioni di aiuti bilaterali a sostegno dei programmi di sviluppo rurale nei Paesi più poveri. Inoltre, quasi 200 milioni dei 3 miliardi di euro che l'Italia verserà nei prossimi sei anni al Fondo di sviluppo dell'Unione europea, saranno rivolti alla realizzazione di progetti agricoli, complementari a quelli che il nostro Paese finanzia attraverso la Fao e l'Ifad.
Questo sarà un tema che resterà al centro dell'azione italiana anche in occasione della sua presidenza del G8 del 2009: forte della sua tradizione nel campo agro-alimentare, l'Italia ha preannunciato una riflessione sull'architettura agricola internazionale che riunisca a Roma, sede del polo agro-alimentare delle Nazioni Unite, tutti i Paesi, le Agenzie specializzate, i privati e la società civile, con l'obiettivo di favorire lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile, in grado di rispondere, nel rispetto dell'ambiente e della biodiversità, ai bisogni delle generazioni odierne e future.
Va registrato però anche il disappunto delle Organizzazioni non governative internazionali che già nel Civil G8 di fine aprile avevano dovuto constatare che i Paesi maggiormente industrializzati non andranno oltre le affermazioni di responsabilità rispetto agli impegni già sottoscritti in passato. Da quanto è emerso nelle scorse settimane i grandi paesi industrializzati sarebbero indietro rispetto alle promesse del vertice di Gleneagles del 2005. Allora era stato promesso uno stanziamento di 50 miliardi di dollari entro il 2010, ma dopo tre anni - e a metà del cammino -, solamente il 14 per cento degli aiuti è stato versato.