Si stima che in tutto il mondo sono 72 milioni i minori che non hanno accesso alla istruzione di base. Di essi 37 milioni vivono in paesi in conflitto o reduci da guerre. A queste nazioni, benché in essi sia concentrato il piu alto numero di bambini esclusi dall'istruzione, va la quota minore degli aiuti internazionali.
Nel 2006 i paesi donatori hanno assunto impegni in aiuti all'educazione per quasi 5 miliardi di dollari, per poi erogarne solo 2.700. Uno stanziamento ben al di sotto della cifra annua stimata ( 9 miliardi di dollari). Le nazioni ricche non fanno abbastanza, questo il monito contenuto nel rapporto di Save the Children: "Scuola, ultima nella lista". Paradossale il caso del Lussemburgo che destina la cifra piu alta - dodicimila dollari - per un anno di scuola di un bambino Lussemburghese e dà 0,01 dollari per un bambino in un paese in guerra.
L'Italia è al terzultimo posto nella lista dei donatori ed è uno dei paesi che contribuisce meno. All'interno dei fondi italiani per l'educazione primaria, il 34 per cento è stata allocata per i paesi in guerra, il 30 per cento ai paesi a medio reddito e il 12 per cento a quelli a basso reddito. Sicuramente un dato positivo aver riservato una quota più alta ai paesi in guerra.
Il VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo - insieme al Ministero della pubblica Istruzione nell' anno scolastico che si sta per concludere (2007/2008) hanno indetto il Concorso "8 goal per un mondo migliore". Il secondo Obiettivo/goal del concorso richiama in particolare l'attenzione al diritto all'istruzione elementare universale per i bambini e le bambine di tutto il mondo.
L'educazione infatti è uno diritto fondamentale, così come il diritto a nutrirsi. Rappresenta il motore del cambiamento per una società, lo strumento necessario che può interrompere il ciclo della povertà e riscrivere il futuro dei bambini.