Somalia, due cooperanti italiani e uno somalo rapiti in un villaggio a sud di Mogadiscio

Stamani all'alba, secondo alcuni abitanti del villaggio, i tre cooperanti del Cins (Cooperazione Italiana Nord Sud) sarebbero stati portati via da uomini armati arrivati a bordo di una jeep. La notizia è stata confermata dalla Farnesina e il Cins ha fatto sapere che con i rapitori dei cooperanti è stato stabilito un contatto: "i rapiti stanno bene e non hanno subito violenze".

Giuliano Paganini, agronomo impegnato da anni in progetti di sviluppo in Africa e Jolanda Occhipinti, amministratrice di progetto, lavorano in Somalia per l'ONG Cins su un progetto cofinanziato dalla comunità europea e dalla FAO. Con loro e' stato sequestrato Abderahman Yusuf Arale, il responsabile della sede locale della Cins.

Da anni la Somalia è in guerra civile, la situazione di sicurezza permane fortemente critica in tutto il Paese compresa la capitale Mogadiscio. Dopo l'uccisione del capo della milizia islamica e altri 24 militanti all'inizio del mese di maggio nel corso di un raid americano i gruppi ribelli avevano annunciato da giorni di avere nel mirino i volontari stranieri.

Medici senza Frontiere, all'inizio di maggio, aveva richiamato il suo staff dalla Somalia dopo il rapimento di due suoi volontari. Un cooperante tedesco era stato rapito in febbraio e poi rilasciato. Un britannico e un kenyano risultano ancora dispersi. I gruppi armati islamici somali combattono contro le truppe etiopi, alleate del governo di transizione somalo, che hanno preso il controllo della capitale Mogadiscio alla fine del 2006. Legati alle deposte Corti islamiche, gli Shabab (Gioventù) affermano di voler imporre la legge islamica nel Paese e di voler cacciare gli "infedeli" dal Paese del Corno D'Africa.

Il rischio di rapimenti a danno di operatori delle Ong o di Agenzie Internazionali è elevato. Nè l'Italia nè gli altri Paesi europei hanno una rappresentanza diplomatica in Somalia, pertanto è estremamente difficile assicurare l'assistenza consolare ai connazionali in tutto il territorio somalo e, in caso di ulteriore deterioramento della situazione, potrebbe essere impossibile prevedere qualsiasi intervento di assistenza o di emergenza.

Il rapimento dei tre è seguito da vicino dall'Associazione ONG italiane. Le 160 ong aderenti esprimono tutta la loro solidarietà al Cins e alle famiglie degli operatori sequestrati: "rimaniamo in queste ore in costante contatto con l'Unità di Crisi della Farnesina e le altre Istituzioni che si stanno già occupando del rapimento, convinti con piena fiducia che come già in passato abbiano mezzi, strumenti e capacità di risolvere in senso positivo questo preoccupante evento".