Vertice ONU a Berna per contrastare la crisi alimentare mondiale

Si conclude oggi la riunione di due giorni con tutte le principali agenzie dell'ONU per elaborare misure di emergenza e/o provvedimenti strutturali per ridurre l'impatto della crisi conseguente all'aumento dei prezzi dei beni alimentari.  Il segretario generale dell'ONU ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinchè stanzi al più presto dei fondi per il il Programma Alimentare Mondiale. Per Ban ki-moon questa è una immediata priorità.

Sotto accusa al vertice anche i biocombustibili e la speculazione finanziaria. Il summit si conclude con il comunicato finale: "pensiamo che il drammatico aumento dei prezzi alimentari mondiali sia una sfida globale senza precedenti e rischia di evolvere in una crisi destinata a colpire soprattutto i settori più vulnerabili".

Dal 2007 i prezzi della soia e del grano sono aumentati rispettivamente dell'87% e del 130%, a livello mondiale, il costo del riso è aumentato del 75% in due mesi. Una grave crisi che colpisce e causa tensioni in decine di paesi del sud del mondo.

Secondo un rapporto dell'International assessment of agricultur science and technology for development (iaastd) l'insicurezza alimentare è causata da una distribuzione iniqua: "l'agricoltura moderna ha portato aumenti significativi della produzione alimentare. Ma i benefici sono stati distribuiti in modo ineguale, raggiungendo prezzi sempre più insostenibili, che sono i piccoli agricoltori e i lavoratori a pagare...oltre all'ambiente>>. Il rapporto critica i paesi più ricchi che si oppongono con forza a qualsiasi cambiamento nei regimi commerciali o nei sistemi dei sussidi. Senza le riforme, molti paesi più poveri dovranno affrontare tempi duri.

Mentre si cercano strategie, i paesi economicamente instabili lo diventano ancora di più. Rabbia e disperazione ad Haiti, trenta anni fa produttore di tutto il riso che consumava ed oggi importatore di riso dagli Stati Uniti (dopo la liberalizzazione economica degli anni 80 supportata dal Fondo Monetario Internazionale). Mentre in Pakistan e Thailandia i governi hanno inviato l'esercito a fare la guardia ai campi e ai magazzini per impedire gli assalti della popolazione alla ricerca di cibo.

L'Africa è il continente dove l'impatto dell'attuale situazione ha maggiori ripercussioni in termini socio-economici e politici. Anche i paesi africani economicamente più stabili risentono della forte crisi alimentare, un caro prezzo che minaccia la loro stabilità. Rivolte contro il carovita in Egitto, Tunisia, Costa d'avorio, Camerun, Senegal, Mozambico.

Per quanto tempo ancora assisteremo a questo "tsunami della fame" , per quanto tempo proseguirà la sua corsa e quanti danni dovrà ancora provocare prima che la comunità internazionale elabori misure di emergenza e/o progetti a lungo termine?