Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento Europeo, ha organizzato e guidato un viaggio in Palestina ed Israele. È stata un'esperienza intensa, durante la quale attraverso l'incontro con politici, intellettuali, associazioni internazionali, palestinesi e israeliani, i viaggiatori hanno potuto toccare con mano i dissidi che da sessant'anni lacerano la Regione.
La cosa che è saltata subito all'occhio è il sistema machiavellico escogitato dalle autorità israeliane per garantire la propria sicurezza e ostacolare la nascita di un'entità palestinese omogenea. Innanzitutto con il muro che divide Israele dalla Cisgiordania, il cui tracciato è concepito per annettere terra palestinese allo Stato ebraico. Poi con le svariate barriere che limitano la libertà di circolazione della popolazione palestinese, con le strade riservate ai soli israeliani e con l'abnorme presenza di militari.
Anche le colonie, gli insediamenti ebraici in territorio palestinese, illegali ma tollerate dal governo israeliano, sono un'altra testimonianza tragica della linea politica israeliana. In questo senso la città simbolo è sicuramente Hebron, dove un gruppo di coloni ultra-ortodossi ha progressivamente provocato la chiusura di negozi palestinesi, la fuga degli abitanti, la distruzione di case. È una città triste, Hebron, ma ancora incredibilmente bella. I silenzi assordanti delle strade deserte controllate dai soldati non sono riusciti a rovinare il fascino delle pietre antiche, e la vergogna della spazzatura dei coloni gettata dai balconi sulla testa dei palestinesi non ha piegato la secolare dignità di spazi vitali e accoglienti.
Ugualmente tangibile è la paura, con cui i civili israeliani sono costretti a convivere, delle azioni degli estremisti palestinesi. L'esempio cardine è costituito da Sderot, la località israeliana più vicina alla Striscia di Gaza, i cui abitanti vivono sotto la costante minaccia del lancio di razzi.
Da anni, il VIS porta avanti una campagna di sensibilizzazione e informazione sulla questione israelo-palestinese. Attraverso la mostra fotografica "Un Muro non basta", nata da un'idea di Andrea Merli, Responsabile Ufficio VIS in Palestina il VIS si pone l'obiettivo di sensibilizzare il pubblico sulla situazione locale e sul profondo impegno dell'organismo nell'abbattere, con l'educazione e la promozione dello sviluppo umano, qualsiasi barriera, qualsiasi strumento di divisione tra i popoli che possa ostacolare un presente e un futuro di pace e prosperità nel mondo come in Palestina.
L'esposizione è corredata da un catalogo edito dal VIS, a cura di Andrea Merli e Sara Faustinelli, volontaria VIS in Palestina.
Dal 1 al 15 maggio la mostra farà tappa a Siena - Palazzo del Comune, Piazza del Campo.