Una gravissima crisi alimentare minaccia il processo verso lo sviluppo umano

"Centinaia di migliaia di persone moriranno di fame. Si profila uno choc alimentare mondiale, meno visibile di quello petrolifero, ma con l'effetto potenziale di uno tsunami economico e umanitario in Africa". Parole difficili da digerire, quelle di Dominique Strauss-Kahn, Direttore Generale del Fondo Monetario.

Tutte le istituzioni economiche internazionali sono d'accordo nel riconoscere la gravissima crisi alimentare che rischia di minare i progressi di sviluppo umano effettuati dai Paesi del Sud del mondo, ed in particolare dall'Africa, negli ultimi decenni.
"I prezzi del riso sono cresciuti a livello globale del 75% in soli due mesi, quelli del grano nell'ultimo anno del 120%. Ciò significa, ad esempio, che il costo di un filone di pane è più che raddoppiato, e che in Yemen una famiglia media spende più di un quarto delle sue entrate esclusivamente in pane" afferma Robert Zoellick, Presidente della Banca Mondiale.

Possiamo star certi, la situazione è davvero allarmante, e il vero segnale non sono le rivolte, la gente che forse morirà di fame, e tutte le cause e le conseguenze economiche non a caso del caso, ma la novità di sentir parlare della imminente tragedia in televisione, sul giornale, alla radio.

L'accusa casca sui biocarburanti, che sottraggono terreni e culture destinati all'alimentazione umana per permettere agli autoveicoli dei Paesi più industrializzati di continuare a circolare a dispetto del caro petrolio e dell'effetto serra.

La colpa non è solo dei biocarburanti ma di tanti altri fattori: il rialzo del costo del petrolio che contribuisce a elevare i prezzi dei prodotti agricoli; l'aumento del consumo di carne in diversi Paesi che allarga la superficie agricola dedicata al pascolo o alla produzione di mangime, a scapito della produzione di cereali per l'uomo; l'inurbamento che riduce le superfici coltivabili; i disastri naturali che ritardano o distruggono i raccolti dei Paesi esportatori di riso e cereali.

Occorrono subito 325 milioni di euro per rinverdire il Programma Alimentare Mondiale, per lasciare a donne con i pantaloni alzati alle ginocchia il diritto di continuare a volteggiare con cappelli a punta in verdi risaie ombrate.

Investire nello sviluppo umano investendo non a caso il caso.
Si prega di cuocere la notizia al punto giusto e servirla ancora calda domani per cena, nell'edizione del Tg della sera.