Il CERD, Comitato ONU per l'eliminazione della discriminazione razziale, pubblica un documento che contiene una serie di raccomandazioni sull'attuazione da parte del nostro paese degli obblighi internazionali sanciti dalla Convenzione ratificata dall'Italia nel 1976.
Carola Carazzone, responsabile dell'ufficio diritti umani del Vis e portavoce del Comitato per la promozione e protezione diritti umani (di cui fanno parte 74 associazioni e ong italiane) afferma: "L'inottemperanza dell'Italia è talmente grave che il CERD ha ritenuto di inserire la questione nella procedura speciale di follow up: entro un anno da oggi il Governo sarà chiamato nuovamente a render conto dei progressi compiuti".
Educare a diritti umani oggi vuol dire educare alla pace, all'intercultura, alla gestione dei conflitti, alla cittadinanza mondiale. Educare ai diritti umani civili, economici, politici, sociali come diritti fondamentali, indivisibili e interdipendenti deve divenire una realtà.
Il documento del CERD, cosi, richiama l'attenzione sulla discriminazione dei migranti e delle comunità SINTI e ROM, presenti sul territorio italiano. Sottolinea la necessità di ricerche da condurre al fine di conoscere l'uso delle lingue, costumi, religioni o altri indicatori delle diversità etnie per individuarne i bisogni e favorire l'integrazione.
Il documento attira anche l'attenzione sullo stato in cui vivono oggi in Italia i tanti migranti. Persone -privi di documenti- provenienti da varie parti del mondo assistono alla violazione dei loro diritti economici, sociali, politici e culturali inclusi pagamenti di salari molto bassi, lunghi orari di lavoro e condizioni di vita precarie.
Il Comitato raccomanda, infine, che l'Italia incoraggi i media a combattere pregiudizi e stereotipi razzisti alimentati in parte dagli stessi mezzi di informazione.