In queste ore sono a migliaia i civili che stanno trovando rifugio nel vicino Camerun, approfittando della temporanea tregua seguita alla decisione dei ribelli filo Sudan di ritirarsi fuori dal centro urbano per dispiegare meglio le forze in vista della battaglia decisiva.
Il ponte che collega la capitale del Ciad alla città camerunense di Kusseri è stato riaperto nella giornata di ieri, consentendo alla popolazione di fuggire ai combattimenti e di ripararsi nel paese vicino. Secondo Helene Caux, portavoce a Ginevra dell'Unhcr che cita fonti camerunensi, i ciadiani che passano il confine sono migliaia.
La situazione a N'Djamena, la capitale del Ciad, continua ad essere confusa.
La scorsa notte, a New York, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, convocato in via urgente su richiesta di Francia, Libia, Sudafrica e Burkina Faso, non è riuscito a trovare un'intesa sulla situazione in Ciad e si riunirà nuovamente in giornata.
Stamani alcuni testimoni riferiscono di una città silenziosa, dove non si sentono rumori di combattimenti e un mare di persone - uomini, donne e bambini - attraversa il fiume Logone-Chari diretta al confine con il Camerun.
Il ministro degli Interni Ahmat Mahamat Bachir tiene la città sotto assedio, rivendicando la dispersione dei ribelli del Sudan ad opera delle truppe governative.
In serata potrebbe esserci una nuova consultazione del Consiglio di Sicurezza: si continua ad attendere.