Si è svolta il 28 novembre, nel quartier generale dell'esercito a Rawalpindi, la cerimonia in cui Pervez Musharraf, un giorno prima del suo giuramento per un altro mandato da presidente del Pakistan, si è dimesso da capo delle forze armate, trasferendo i suoi poteri militari al generale Ashfaq Parvez Kayani, già vicecapo delle forze armate, capo dei servizi segreti pakistani e amico di vecchia data di Musharraf.
Ancora vigente lo stato di emergenza dichiarato lo scorso 3 novembre, che ha provocato la sospensione della costituzione e un'ondata di repressione e di arresti di esponenti dell'opposizione e attivisti per la democrazia.
Musharraf è stato capo delle forze armate per nove anni e due mesi, durante i quali ha assunto il potere in Pakistan con il golpe incruento del 1999, diventando poi un alleato chiave nella guerra al terrorismo lanciata da Washington dopo gli attentati dell'11 settembre. E' stato soprattutto per le pressioni del presidente Bush che Musharraf ha accettato di rinunciare alla carica militare prima di iniziare il nuovo mandato conferitogli nella controversa elezione dello scorso ottobre. Con 600mila militari effettivi e 300mila paramilitari, l'esercito pakistano è il settimo del mondo.