Mentre in Florida la Corte Suprema fermava l’esecuzione capitale di Mark Dean Schwab, la terza commissione dell'Assemblea delle Nazioni Unite approvava, in uno storico 15 novembre, la moratoria internazionale della pena di morte, sostenuta con convinzione dall’Italia, anche nei tre precedenti tentativi falliti (1994, 1999, 2003).
Nel testo della risoluzione, che chiede una moratoria oggi puntando ad una futura eliminazione domani, si legge che la pena capitale “danneggia la dignità umana, che non esistono prove conclusive del suo valore deterrente, che qualunque errore giudiziario nella sua applicazione è irreversibile e irreparabile”.
I Paesi che hanno votato a favore sono stati 99; 52 i contrari; 33 gli astenuti.
“Questa risoluzione di moratoria per me è paragonabile all’inizio delle procedure che portarono all’abolizione della schiavitù o della tortura” ha dichiarato Emma Bonino, da sempre sostenitrice della campagna, “è un passo importante in un procedimento lungo che è destinato a segnare il diritto internazionale e la nostra società. Il suo peso è provato dal fatto che la battaglia per arrivare fin qui è stata durissima: solo in Europa abbiamo considerato scontato questo risultato, perché noi abbiamo abolito la pena di morte da tanto”.
Aspettiamo ora l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di dicembre, in cui, 192 Paesi decideranno se votare o meno per il rispetto della dignità umana.