La Commissione De Mistura, incaricata dal Ministero degli Interni di formulare proposte e suggerimenti sulle possibili strategie future sui centri di accoglienza per immigrati, ha esposto la sua relazione finale.
La commissione è nata con l’obiettivo di “procedere ad un’indagine conoscitiva sulle condizioni di sicurezza e di situazione di irregolarità di tutte le strutture destinate al trattenimento temporaneo ed all’assistenza degli immigrati irregolari, nonché all’ospitalità dei richiedenti asilo…”.
Dallo studio, fatto sui Centri di Permanenza temporanea ed Assistenza, sui Centri di Identificazione e sui Centro Accoglienza, emerge una forte criticità del sistema attuale, che, secondo la Commissione, non risponde alle complesse problematiche del fenomeno, non consente una gestione efficace dell'immigrazione irregolare, richiede alcuni miglioramenti nel caso dei diritti dei migranti, comporta disagi alle forze dell'ordine e alle persone trattenute, comporta costi elevatissimi con risultati non commisurati.
Per questo la Commissione propone, partendo dal rispetto della dignità della persona umana e dalla diversità delle situazioni individuali, il superamento dei Centri di Permanenza attraverso lo svuotamento di tutte le categorie per le quali non c’è esigenza di trattenimento (ex-detenuti, potenziali vittime di tratta e di grave sfruttamento nel lavoro, cittadini non comunitari irregolari "di ritorno, cittadini non comunitari, entrati irregolarmente nel territorio, che collaborano per la loro identificazione e aderiscono al programma di rimpatrio concordato), il superamento dei Centri di Identificazione in favore di un “Sistema unico” di accoglienza per i richiedenti asilo e rifugiati, il rafforzamento dei Centri di Accoglienza per il sostegno e il soccorso di immigrati che entrano irregolarmente nel territorio.
Il lavoro della Commissione ha suscitato reazioni discordanti. Infatti senza dubbio costituisce un primo passo verso la conoscenza di queste realtà, un tentativo di richiamare l’attenzione sul tema del rispetto dei diritti dei migranti. Senza dubbio da parte di molti ci si aspettava una maggiore risolutezza nel giudizio e nelle proposte, che potesse una volta per tutte arrivare alla chiusura dei Centri di Permanenza, infatti se da una parte ne viene riconosciuta l’inutilità e l’illegittimità, dall’altra ne viene proposto il mantenimento.
Va però riconosciuto che diverse proposte della Commissione miglioreranno la condizione di molti migranti e soprattutto per quanto concerne il rispetto dei diritti umani degli stessi.
Si prevede infatti l’impossibilità di incarcerare nei Centri di Permanenza le vittime di tratta, malati, tossicodipendenti, richiedenti asilo e minori (categorie che peraltro in molti casi erano già trattenute illegalmente). Altro elemento importante è che chi ha già avuto un permesso di soggiorno e non ne è più in possesso non potrà essere trattenuto all’interno dei Centri di permanenza.
Senza lasciarsi andare ad un eccessivo ottimismo, dobbiamo quindi riconoscere che da parte del governo si è fatto un piccolo primo passo. Tanti limiti permangono e una strada ancora molto lunga va fatta perché il nostro paese comprenda come quello dell’immigrazione sia un fenomeno da gestire secondo un approccio diverso, orientato al rispetto reciproco. Ci auguriamo che questo primo tentativo non rimanga sulla carta e diventi l’inizio di numerose altre iniziative concrete che devono essere alla base di un ripensamento radicale della politica sull’immigrazione e della costruzione di un nuovo vivere comune.
Per questo è compito e dovere di tutta la società civile lavorare affinché un tema così delicato e importante resti una priorità, richiamando l’attenzione delle istituzioni qualora se ne scorga la necessità.
Valeria Rossato