Il Senato ha approvato, all'interno della legge finanziaria per il 2010, un emendamento che modifica la legge La Torre-Rognoni sulla confisca dei beni ai mafiosi. Grazie a questo emendamento sarà possibile la vendita dei beni confiscati, una modifica sostanziale rispetto ai principi della legge 109/96 che permette oggi il riutilizzo sociale.
Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche che votarono all'unanimità la legge 109/96. Si coronava cosi il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.
Con l'emendamento proposto si mette seriamente a rischio questa possibilità. Svendendo i beni confiscati non si fa altro che favorire i clan, che potrebbero riacquistare i beni tramite prestanomi e riciclando
soldi sporchi.
E' importante il coinvolgimento dell'intera società civile e una seria mobilitazione di tutto il mondo dell'antimafia sociale. Il disegno di legge si appresta ad arrivare alla Camera per l'approvazione definitiva, urge attivarsi affinché il parlamento ritiri questo emendamento e dia applicazione alla norma che prevede la confisca dei beni anche per i reati di corruzione.
Si chiede al governo e al parlamento di ripensarci e ritirare l'emendamento rafforzando piuttosto l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei Clan, di introdurre norme per facilitare il riutilizzo sociale dei beni da destinare ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie.
Il Vis ha aderito all'appello: Non vendiamo i beni confiscati, quei beni sono davveri tutti "cosa nostra"!
Aderite anche voi, basta accedere al sito di Libera dove troverete anche tutti gli aggiornamento su luoghi e orari dell'iniziativa che si svolgerà sabato 28 novembre in piazza a Roma per la diffusione dell'appello e la raccolta firme.