Le notizie apparse gli ultimi giorni sui giornali ci dimostrano come gli insegnamenti della storia tardano a maturare anche tra coloro che, per secoli, quella storia l'hanno subita.
Neri contro neri, una nuova realtà o forse semplicemente un nuovo orrore.
Incredibile come abituati a scontri etnici tra bianchi e neri o tra bianchi e bianchi, oggi che la realtà gioca di fantasia i toni sembrano più pesanti che mai.
In Sudafrica sembrano tornati i tempi dell'apartheid. Le township, dove una volta i bianchi avevano segregato la popolazione di colore, sono ora abitate dai tanti immigrati che arrivano dallo Zimbabwe, da Malawi, Mozambico e Somalia.
Dalla fine dell'apartheid il Sudafrica ha vissuto un costante e massiccio flusso migratorio dagli Stati confinanti. Negli ultimi anni tuttavia l'economia, prima in costante crescita, ha cominciato a stagnare, sono cresciute disoccupazione e inflazione.
I più poveri tra i sudafricani hanno visto negli immigrati la causa della perdita di posti di lavoro:nel 2005 i primi attacchi xenofobi, negli ultimi giorni l' intolleranza estrema.
Fino ad oggi il bilancio è pesantissimo: 12 le vittime, bruciate vive o uccise a bastonate, molte le donne stuprate e le abitazioni distrutte, oltre 50 le persone trasportate in ospedale.
Il Premio Nobel per la Pace Nelson Mandela ha lanciato un appello alla popolazione sudafricana ricordando gli orrori del passato dei quali fu vittima ed incitando alla pace.
Il Presidente Thabo Mbeki due giorni fa ha condannato le violenze e annunciato una commissione di esperti per far luce su quanto sta accadendo, ma secondo la BBC, che cita fonti della polizia, le forze dell'ordine non sono in grado di arginare gli attacchi agli immigrati.