Natale in Siria: che sia di vera pace. Intervista a Don Munir

30 dicembre 2013 - Nell'ultimo numero della nostra rivista "Un Mondo Possibile" (vi ricordiamo che inviamo 4 numeri all'anno gratuitamente a chi ne fa richiesta basta compilare un modulo online) abbiamo pubblicato questa intervista a don Munir, Ispettore del Medio Oriente sul Natale in Siria. 

  • Con quale spirito accogliete il Natale in Siria quest’anno?

Natale è la festa della pace, della gioia e della speranza; bisogna dare fiducia alla popolazione. I Salesiani in Siria cercano di trasmettere questi valori ai ragazzi e alle loro famiglie tramite una proposta di vita spirituale fatta di preghiere, veglie, celebrazioni. Le feste in Siria ormai mancano da troppo tempo, quindi sarà uno dei pochi momenti di gioia e musica. Per noi cristiani del Medio Oriente la nascita di Gesù è sempre segno di speranza e di pace; e ogni anno speriamo che arrivi la vera pace. C’è un famoso canto, “La Notte di Natale”, che dice: “In questa veglia si cancella l’odio, fiorisce la terra; in questa veglia si seppellisce la guerra; in questa veglia cresce l’amore”. Il nostro augurio è che durante questo Santo Natale veramente sbocci l’amore e i giovani possano uscire da questo periodo di morte. Ci piacerebbe che i nostri Centri diventino oasi di speranza, pace e di gioia: è questa la nostra grande missione in Siria, oltre alla missione educativa e ai tanti aiuti umanitari.

  • Quali sono le attività portate avanti dalle comunità salesiane in questo momento di emergenza?

Durante questi tre anni di violenza, di conflitto e d’insicurezza, i Salesiani di Don Bosco della Siria sono rimasti al loro posto, vicini ai giovani, affrontando con loro questa situazione di sofferenza. Nulla è rimasto di quanto c’era prima e la vita è diventata sempre più difficile e, talora, insopportabile. Nonostante questo, i Salesiani durante l’estate hanno ripreso le loro attività estive. Ad Aleppo in collaborazione con la Chiesa locale, abbiamo organizzato tre grandi incontri ricchi di attività per centinaia di giovani cristiani. Purtroppo nel pomeriggio del 21 agosto un missile ha colpito l’oratorio. Il rumore è stato terrificante; tutte le finestre si sono scardinate e l’intero edificio ha tremato come se ci fosse stato un terremoto. Grazie a Dio nessuno è rimasto ferito A Damasco il nostro Centro Don Bosco ha potuto accogliere un numero rilevante di ragazzi e ragazze, provenienti da vari quartieri della città. I confratelli, con l’importante aiuto dei volontari, hanno organizzato corsi di lavori manuali, di lingue, di informatica e di pronto soccorso. E poi una giornata in piscina, la più gradita, perché ha colmato di gioia tutti i giovani. A Kafroun, la cui casa salesiana è diventata luogo di rifugio per tanti sfollati, soprattutto cristiani, 300 ragazzi hanno partecipato alle attività estive, tutte incentrate sul tema della pace. La stagione si è conclusa con una grande festa che ha coinvolto circa 1300 persone. Ora i confratelli vorrebbero rilanciare l’insegnamento del catechismo, sospeso l’anno scorso per motivi di sicurezza.

  • Come vivono i bambini e ragazzi la situazione di violenza?

La situazione generale della Siria è dura per vari aspetti e permane nella instabilità con dolorosi episodi di violenza e di morte. La gente si sente come se fosse rinchiusa in una grande prigione. Non vi è alcuna possibilità di lavoro, mancano il cibo, le macchine, l’elettricità, le medicine e in qualche zona anche acqua e i combustibili. Le famiglie affrontano la situazione come meglio possono. Molti hanno lasciato la Siria e altri pensano di emigrare appena possibile. Naturalmente, questa dolorosa situazione pesa soprattutto sui giovani, che non vedono possibilità di futuro o di uscita dalla loro situazione, per cui vivono una vita senza scopo. Tuttavia, vi sono anche molti giovani che affrontano la realtà con coraggio e determinazione e si prestano volentieri come volontari. Ancora oggi, la sfida maggiore rimane l’educazione della gioventù.

  • Quali bisogni urgenti e come possiamo darvi una mano (anche facendo una “lista della spesa”)?

A causa della guerra sono venute a man- care tante cose e le poche che ci sono hanno dei prezzi proibitivi. Molte famiglie hanno perso il lavoro e la casa e i beni di prima necessità sono venuti a mancare. Per questo ci servirebbero cibo, medicine, carburante, vestiti, libri, cancelleria per la scuola, ma anche materassi, coperte, piccoli fornelli, stufe, ecc. Qualsiasi donazione è la benvenuta. Oltre a tutto questo, vi chiediamo una preghiera, che è molto importante.