Migranti: 45mila gli emigrati che hanno rischiato la vita nel Mediterraneo nel 2013

7 febbraio 2014 - Nel 2013 oltre 45000 emigranti hanno rischiato la propria vita nel Mediterraneo per raggiungere Italia e Malta. E’ il più alto numero di arrivi dal 2008, fatta eccezione per il 2011, anno della crisi libica.
Più di 42900 persone sono sbarcate in Italia e 2800 a Malta. Tra quelle arrivate in Italia, si contano più di 5400 donne e 8300 minori (di cui 5200 non accompagnati). La maggior parte degli sbarchi ha avuto luogo a Lampedusa (14700) e lungo le coste siciliane, nei pressi di Siracusa (14300).

“La recente emigrazione verso le coste meridionali dell'Italia testimonia l'aumento del numero di persone che scappano da guerre e regimi oppressivi”, afferma José Angel Oropeza, direttore dell'Ufficio di Coordinamento dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) per il Mediterraneo a Roma.

“La maggior parte degli emigrati proviene da paesi come Siria (11300), Eritrea (9800) e Somalia (3200). Ciascuno di loro è stato di fatto costretto a lasciare il proprio paese e ha dunque il diritto di ricevere protezione secondo la costituzione italiana,” osserva.
Nel corso del mese di gennaio 2014 gli sbarchi sono continuati.

Il 24 gennaio, 204 emigranti sono stati salvati dalla Marina Italiana nello Stretto di Sicilia e fatti sbarcare ad Augusta, vicino Siracusa. “La vera emergenza nel Mediterraneo è rappresentata da quegli emigranti che continuano a perdere la vita in mare. Scompaiono e la loro perdita rimane semplicemente ignota. L'identificazione dei corpi è tuttavia una questione umanitaria da risolvere. Numerosi sono i parenti delle vittime ancora in attesa di sapere se, tra i corpi delle vittime del naufragio di Ottobre, vi sono i loro amati,” afferma Oropeza.

Sono più di 20.000 le persone che hanno perso la vita negli ultimi vent'anni, cercando di raggiungere le coste italiane. Incluse le 2300 vittime nel 2011 e le circa 700 vittime nel 2013.

“Gli emigrati e i rifugiati non sono pedine nella scacchiera dell'umanità. Sono bambini, donne e uomini che lasciano o sono costretti a lasciare le loro case per diverse ragioni. La realtà dell'emigrazione necessita di essere affrontata in un modo nuovo, giusto ed efficace” ha affermato Papa Francesco nel suo discorso per la “Giornata mondiale degli emigrati e rifugiati” celebrata il 19 Gennaio dalla Santa Sede.

“Ci siamo ormai abituati a considerare queste persone che scappano da guerre, persecuzioni, povertà e fame, come mero dato statistico. Bisogna urgentemente trovare delle soluzioni per impedire la morte in mare di persone che aspirano soltanto ad una vita migliore. E' necessario rendere l'emigrazione sicura e offrire a queste persone scelti reali”, afferma Oropeza.

IOM lavora a Lampedusa, in Sicilia, in Calabria e in Puglia con UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite), Save the Children e Croce Rossa Italiana, come parte del progetto “Praesidium” finanziato dal Ministero dell'Interno, che mira ad aiutare gli emigrati irregolari arrivati in Italia via mare.

fonte: UNRIC.ORG