Disordini e scontri violenti sono esplosi lo scorso 25 gennaio nella capitale del Madagascar, Antananarivo, a seguito della manifestazione di protesta contro la chiusura, da parte del Governo del presidente Marc Ravalomanana, della radio di Andy Rajoelina, sindaco della città e principale esponente dell'opposizione. Nel corso della protesta, la sede della radio filogovernativa è stata incendiata.
Atti di vandalismo, incendi e saccheggi su vasta scala sono poi proseguiti e sono attualmente in atto nella capitale ed in tutte le principali città dell'isola. Ad essere prese di mira dai manifestanti sono soprattutto le aziende e le catene di proprietà del presidente Marc Ravalomanana, principale imprenditore del paese.
I saccheggi, tuttavia, non vedono protagonisti soltanto i sostenitori delle due parti politiche, ma anche giovani disoccupati che approfittano del caos istituzionale per svaligiare magazzini e supermercati. I disordini, infatti, stanno assumendo contorni sempre meno politici e più legati alla fame e alla grave crisi economica in corso da mesi nel paese.
Secondo quanto affermato dai salesiani presenti ad Ivato, finora il bilancio sarebbe di 17 morti nella capitale e 5 a Tuléar.
Al momento resta difficile interpretare i possibili sviluppi della crisi in corso, soprattutto dopo che l'incontro che si sarebbe dovuto svolgere ieri pomeriggio tra Ravalomanana e Rajoelina è stato annullato.