14 luglio 2011 - E' iniziata lunedì 11 aprile alla Camera la discussione parlamentare sulla conversione del decreto legge per il recepimento della Direttiva recante norme e procedure comuni sul rimpatrio degli stranieri il cui soggiorno e’ irregolare (c.d. “Direttiva Rimpatri”).
In occasione dell’inizio della discussione, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) raccomanda di mantenere o introdurre disposizioni più favorevoli alle persone interessate, nel rispetto degli obblighi internazionali sui diritti umani e sull’asilo.
L’UNHCR valuta positivamente l’introduzione nell’ordinamento italiano, nel contesto del recepimento della Direttiva Rimpatri, del rimpatrio volontario assistito cui possono accedere anche persone in situazione irregolare e persone colpite da provvedimento di respingimento o espulsione.
Desta invece forte preoccupazione l’estensione della durata massima del trattenimento nei centri di identificazione ed espulsione (cie) fino a 18 mesi, senza che siano previsti un rafforzamento delle garanzie e dei diritti dei soggetti trattenuti, né un adeguamento delle condizioni dei cie e dei relativi servizi.
Pertanto, l’UNHCR raccomanda di limitare la durata massima del periodo di trattenimento e, in ogni caso, di prevedere maggiori garanzie per le persone trattenute. In particolare, come previsto dalla Direttiva, si sollecita il rilascio immediato nel caso in cui il trattenimento non sia giustificato in assenza di ragionevoli prospettive di eseguire l’allontanamento.
Inoltre, l’Alto Commissariato sostiene con forza l’introduzione di un esplicito riferimento al principio di non respingimento (non-refoulement), richiamato dalla Direttiva stessa in diversi punti.
Per quanto concerne il divieto di reingresso nel territorio nazionale, applicato al momento dell’avvenuta espulsione, la Direttiva Rimpatri stabilisce che esso non debba pregiudicare per il futuro la possibilità di chiedere asilo. Pertanto, l’UNHCR ritiene essenziale prevedere misure che garantiscano ai richiedenti asilo l’accesso al territorio ed alla relativa procedura di riconoscimento, in particolare nel caso in cui un individuo diventi bisognoso di protezione internazionale a causa di sopravvenuti cambiamenti della situazione personale o del paese di provenienza.
Infine, l’UNHCR raccomanda che i principi normativi e le garanzie introdotte dalla Direttiva Rimpatri siano rispettati per qualsiasi provvedimento di allontanamento dal territorio, quindi anche nell’ambito delle procedure di respingimento realizzate in frontiera.
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