La Banca mondiale: guerra e violenza pregiudicano la crescita per un miliardo e mezzo di persone

14 aprile 2011 - I numeri contenuti nel “Rapporto 2011 sullo sviluppo del mondo” evidenziano una situazione di impasse per un quarto della popolazione mondiale, che risiede in paesi flagellati da conflitti o dalla violenza della criminalità.

Per il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick, nessuno di questi stati ha raggiunto neppure uno gli obiettivi del millennio, che erano stati sottoscritti nel 2000 dai paesi membri dell’Onu e tra i quali spiccano la lotta alla malnutrizione, l’accesso alla formazione e la riduzione della mortalità infantile.

La strada che indica Zoellick per uscire da questa situazione è quella del rafforzamento delle “istituzioni di questi paesi, perché possano garantire sicurezza, giustizia e lavoro ai propri cittadini”, l'unico modo per scongiurare un effetto contagio sui vicini e uno sviluppo ridotto di ampie aree del globo.

Durante le interviste condotte per la redazione del rapporto, per esempio, la disoccupazione è emersa come l’elemento di gran lunga determinante nell’arruolamento presso associazioni malavitose o gruppi di opposizione armati e violenti. Un fattore che, associato alla debolezza delle istituzioni, può determinare lo scoppio di situazioni conflittuali, come è accaduto in Nord Africa e Medio Oriente.

Per queste regioni gli economisti della Banca mondiale prevedono ripercussioni sulla crescita, che potrebbe registrare flessioni anche del 3% rispetto alle attese.
 fonte: RSI.ch