24 febbraio 2016 - Continua, in Siria, l’assedio di Aleppo. La ‘capitale del Nord’, ormai tristemente nota alle cronache internazionali, è al centro dello scontro tra l’esercito siriano, supportato dalla coalizione internazionale, e i ribelli, con lo spettro dell’Is sempre presente.
Attualmente, lo scenario vede i bombardamenti della coalizione internazionale contro i ribelli, insieme all’offensiva di terra dell’esercito siriano nel Nord del Paese. In questo contesto, l’Is avanza, avvicinandosi sempre di più ad Aleppo. Intanto, il regime di Assad si è detto pronto a rispettare il cessate il fuoco concordato per il 27 febbraio.
Mentre continuano gli scontri, durante i quali hanno perso la vita nel solo mese di febbraio più di 500 persone, prosegue il lavoro dei salesiani, supportati dal VIS, nel Paese. Le due opere di Aleppo e Kafroun, con i loro rispettivi oratori, una casa di accoglienza e una parrocchia, funzionano regolarmente, al servizio della gente.
“La nostra comunità – ha detto ad Ans don Luciano Buratti, uno dei tre salesiani che abita nella casa di Aleppo - ha scelto di continuare le sue attività come se nulla fosse. Cerchiamo di offrire alle famiglie un luogo dove si respirino, anche nel bel mezzo del caos, la stabilità e l’armonia. Di conseguenza, le attività della parrocchia e l’oratorio seguono il loro corso normale, come facevamo prima dei combattimenti: questa è una delle poche strutture che operano ancora con una certa normalità”.
La condizione dei cristiani risulta particolarmente difficile. Molti fuggono all’estero, altri cercano rifugio in città più sicure, ma tanti sono costretti a rimanere ad Aleppo. “Abbiamo un sacco di lavoro, perché è aumentato il flusso di persone che arrivano alla nostra parrocchia chiedendo servizi religiosi, cercano Dio e un po’ di conforto. Noi Salesiani stiamo bene e riceviamo qualche aiuto da distribuire tra circa 200 famiglie della nostra parrocchia che hanno perso tutto”.