Italia e immigrati. Il Cnel stila la classifica nel suo studio sugli indici di integrazione

13 luglio 2010 - Dove si vive meglio in Italia? Se sei un immigrato, non ci sono dubbi: Parma o Reggio Emilia. Ma non si sta male neppure a Vicenza. Meglio evitare invece di stabilirsi a Foggia, Nuoro o Oristano. A fotografare i "luoghi più ospitali" della penisola è il VII Rapporto del Cnel sugli Indici d'integrazione degli immigrati in Italia, presentato oggi a Roma.
Nella graduatoria assoluta, l'Emilia-Romagna si conferma (per il secondo anno consecutivo) la Regione con il più alto potenziale d'integrazione degli immigrati a livello nazionale. La graduatoria regionale trova un sostanziale riscontro in quella delle province, dove spicca, con il potenziale d'integrazione più alto, Parma seguita da Reggio Emilia. Considerando che al 10° posto c'è Modena, tra le prime 10 posizioni si incontrano ben 3 province dell'Emilia-Romagna. E questo ben spiega il suo primato tra le Regioni italiane.

Tre sono anche le province del Friuli Venezia Giulia (seconda nella graduatoria regionale) in cui ci si imbatte scorrendo le prime 10 posizioni: si tratta di Trieste (5° posto), Gorizia (6°) e Pordenone (9°). Completano il quadro delle prime 10 province: Vicenza (3° posto), Prato (4°), Asti (7°) ed Enna (8°). In fondo alla classifica, si trovano invece le province di Foggia (101°), Nuoro (102°) e Oristano (103°). Quanto alle Regioni, le meno virtuose nell'integrazione, sono: Abruzzo, Puglia e Sardegna.

Non è tutto. Nella graduatoria differenziale (che si basa sullo scarto tra il dato degli immigrati e quello degli italiani) è la Sicilia a offrire, tra le Regioni, le condizioni d'inserimento socio-occupazionale più paritarie tra immigrati e italiani. Enna, Palermo, Catania e Siracusa sono, in particolare, le province in cui questa parità d'inserimento risulta più marcata.

E ancora: con riferimento all'equazione "più immigrazione più criminalità" il Rapporto del Cnel ribadisce invece che "l'aumento degli immigrati non si traduce in un automatico aumento proporzionale delle denunce penali nei loro confronti". Ci sono, però, alcune criticità: "Le maggiori collettività africane (Marocco, Senegal, Tunisia, Nigeria ed Egitto) totalizzano il 29,6% delle denunce presentate contro gli stranieri a fronte di una quota del 18,7 % sui soggiornanti". Particolarmente critica è soprattutto l'esposizione dei marocchini.

Non mancano infine nel Rapporto critiche esplicite alle recenti politiche governative in materia d'immigrazione, che "hanno messo a rischio diritti civili riconosciuti dalla Costituzione a ogni persona e soprattutto hanno creato un clima che serve a suscitare gli istinti di una subcultura xenofoba, che compromette un'ordinata convivenza civile ed è al servizio di miopi identità elettoralistiche".

(Fonte: Repubblica on-line, 13 luglio 2010)